Macchine all’ozono per abiti e camerini, i clienti entreranno solo uno alla volta

Nella Marca il 18 maggio riapriranno 3.400 negozi di abbigliamento. Termoscanner e ingressi separati per chi fa acquisti

TREVISO . Gel, guanti e mascherine a disposizione del cliente. Camerini igienizzati dopo l’utilizzo. L’opzione degli ingressi su appuntamento. E, da parte dei più “audaci”, il noleggio di macchine all’ozono per la sanificazione e l’acquisto di termoscanner. I negozi d’abbigliamento s’avvicinano alla riapertura del 18 maggio, dotandosi dei vari accorgimenti anti-contagio. Il guaio, stesso disagio lamentato da altre categorie, è che mancano ancora linee guida ufficiali. «Non sappiamo quante persone far entrare», il ritornello degli interpellati. Così ci si attrezza, navigando un po’ a vista. Fra sanificazioni già programmate e vetrine da riarredare. Considerato che, all’esplodere dell’emergenza, si vendevano ancora cappotti e sciarpe di lana… Giulia Rigon, titolare di “RossoCiliegia” a Treviso, zona San Liberale, ha ritenuto di alzare al massimo l’asticella della sicurezza: «Sabato farò la sanificazione con la macchina all’ozono, l’ho presa a noleggio. E, malgrado le indicazioni ufficiose non lo prevedano, ho intenzione di igienizzare ogni indumento provato e non acquistato: fra spray specifici e ozonizzazione, valuterò il metodo più consono. Termoscanner? Ci sto pensando, ma confido nel buon senso delle persone. L’obiettivo, ad ogni modo, sarà garantire la massima tutela». Ma c’è dell’altro, Rigon non lascia nulla al caso: «Ho intenzione di fare mezza giornata su appuntamento e l’altra metà a entrata libera ma con ingressi dosati. Il negozio è da 55 metri quadrati: potrà accedere un cliente alla volta, al massimo due. Nei primi 20 giorni, incentiveremo le prenotazioni al mattino, prevedendo piccoli sconti. Per controllare meglio l’affluenza, ci sarà la possibilità di contattarci online e avere risposte in tempo reale. Gel all’ingresso e alla cassa, ma anche guanti a disposizione del cliente».



Spostandoci in centro storico, Stefano Mazzoli, di “Mazzoli Abbigliamento”, va dritto al problema: «Sto facendo tutto di mia iniziativa, non ci sono direttive precise. Ho un doppio ingresso, ma non ho capito bene quanta gente far entrare. Metteremo il gel all’entrata, ci saranno guanti e mascherine per i clienti. Non si potranno più occupare in contemporanea i due camerini: si utilizzeranno in alternanza, permettendo le igienizzazioni».

Mara Caramel, del “Sogno e Realtà” di Preganziol, ha già iniziato a mettere mano al negozio: «Stiamo effettuando la sanificazione con detergenti a base di alcol, all’esterno abbiamo collocato una colonnina per il gel. Daremo guanti e mascherine per il cliente. Il detergente sarà pure alla cassa, dopo l’utilizzo il camerino verrà sanificato. Passerò con il vapore, usando il ferro da stiro verticale, i capi provati e non comprati. Una striscia sul pavimento delimiterà la distanza di sicurezza dalla cassa. Termoscanner? No, basterà chiedere al cliente le condizioni di salute. Avendo solo 30 metri quadrati, dovrò contingentare gli ingressi: si entrerà uno per volta. Ho intenzione di tenere aperto pure il lunedì, nostro giorno di chiusura, e in pausa pranzo su appuntamento».

Massimo De Vido (“De Vido Abbigliamento”) sta facendo le corse per adeguarsi all’era del virus: due negozi a Farra di Soligo, altri tre fra Conegliano, Pederobba e Sacile. «Stiamo sanificando con soluzioni a base di alcol e riallestendo gli spazi», spiega, «ho metrature ampie, ma attendo indicazioni dall’alto per sapere a quanti clienti consentire l’accesso».

Fiamma Polin, del negozio “Polin 1880”, a Montebelluna: «Stiamo facendo le pulizie, i clienti troveranno detergenti all’ingresso e alla cassa. Ho 750 metri quadrati, il problema delle distanze non sussiste». —

Mattia Toffoletto. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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