«Ma non chiamatela famiglia»

«Oggi siamo di fronte a una nostalgia di famiglia diffusa che si estende e che vuole chiamare famiglia anche ciò che famiglia non è». Questo il monito di monsignor Giuseppe Rizzo, vicario generale della diocesi di Treviso, che ieri mattina è intervenuto alla cerimonia di consegna del premio “La Fonte” al collegio Pio X invitando i ragazzi alla costruzione di relazioni autentiche. Sono delle note d'arpa ad anticipare la riflessione di monsignor Rizzo. Un pensiero a tratti amaro e a tratti poetico, che ha fatto calare il silenzio in sala.
Pondera bene le parole, fra passato, presente e futuro, l'ex rettore del collegio vescovile, impastando la sua esperienza pastorale con uno sguardo all'attualità. «La famiglia è fondamentale, senza di essa non possiamo vivere. Chi nega la famiglia distoglie lo sguardo da ciò che è il simbolo dell'amore e, di fronte a questo mondo che ti presenta come più vero ciò che è virtuale, bisogna avere il coraggio di voltarsi verso un luogo dove io mi scopro di qualcuno».
Ricorre pure alla metafora, il vicario trevigiano per spiegare il percorso di fatica che porta a consolidare il rapporto tra un uomo e una donna. L'aneddoto è personale ed è stato attinto dalla sua esperienza di giovane prete e di parroco. «Mi è capitato di andare in montagna, sulla torre di Fanis, 2.998 metri sulle Tofane. Al rifugio, prima di salire, trovi metà gente che ti dice di non arrischiarti perchè sarà un disastro, l'altra metà delle persone invece, ti esorta a salire perchè là sopra vedrai cose che nessun altro ha mai visto. Oggi c'è una pubblicistica che denigra la famiglia e dice “non andate, guardate le targhe dei morti”; ma è instancabile e invincibile pure la voce che dice “provate a salire, vedrete cose che da nessun altro luogo riuscirete a vedere”. Allora io penso che non si possa fare l'apologia della famiglia».
Troppo complesso definire un relazione, ancor peggio arrogarsi il diritto di giudicare un l'amore, conclude Rizzo. «La famiglia prima di essere un problema è un mistero. Solo a raccontare ai figli come vi siete incontrati o anche solo le difficoltà, le fatiche e le ferite della famiglia è complesso. Credo che la famiglia sia in fondo ricerca di felicità, e scuola, e dimensione di dialogo che apre a un osmosi interessante».
Un ambito che l'avvocato Monica Gazzoli, esperta in questioni legate alla famiglie,all’incontro del Pio X ha tratteggiato così: «Il diritto di famiglia fonde insieme cuore e legge, affonda le sue radici nella relazione dell'individuo con l'altro attraverso la ricerca di una soluzione che vada al di là delle aule di tribunale».
Valentina Calzavara
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