Liste d’attesa addio: a Treviso le materne si svuotano

TREVISO. Scuola materne statali in città: c’erano una volta le liste d’attesa. A due settimane dal termine della data fissata dal Miur per le iscrizioni online per il prossimo anno scolastico, tocca ai cinque istituti compresivi di Treviso constatare, per la prima volta, che gli elenchi riservati agli alunni per mancanza di posto in classe all'asilo non ci sono più. Fatta eccezione per la piccola scuola dell'infanzia statale di via Cervellini dell'istituto compresivo Felissent al quartiere San Zeno - tre classi e una lista di attesa per l'anno scolastico 2017/18 di 20 bambini - otto scuole materne statali su nove, a Treviso, si ritrovano oggi con gli elenchi d'attesa vuoti.
Certo non mancano, come ogni anno, le iscrizioni dell'ultim'ora da parte di famiglie che non sono riuscite a iscrivere i propri figli via web, collegandosi al sito del Miur come richiesto. E che fino al 28 febbraio hanno la possibilità di presentare domanda d'iscrizione con il vecchio modulo cartaceo. Eppure i dirigenti scolastici trevigiani, dati alla mano, sono convinti che il numero dei nuovi iscritti alle materne ha ingranato la retromarcia: «Tirando le somme tra alunni in uscita e in entrata, per la prima volta quest'anno ci ritroviamo con 45 posti rimasti liberi. Fino ad oggi non c'erano mai stati», spiega Antonio Chiarparin, dirigente scolastico dell'istituto comprensivo Stefanini. Con la conta degli iscritti di punto in bianco sotto il segno meno, ecco che i presidi si sono già incontrati per mettere a fuoco le cause: «Certamente dobbiamo fare i conti con il calo delle nascite. Ma ad incidere è pure la crisi economica. Con la disoccupazione molti genitori decidono di tenere i figli a casa», spiega il preside Chiarparin, «oppure per comodità di orario anche chi lavora decide di affidarli ai nonni, che sono gratis».
Puntando la lente sul costo della materna statale, che al contrario delle paritarie non chiede alle famiglie la retta, la cifra è di 30 euro. Tassa di iscrizione e assicurazione incluse. A cui però è da aggiungere il costo del servizio della mensa scolastica, in base al reddito. Certo è che per la prima volta è sparita la lista d'attesa con una ventina di alunni alla materna Andersen della Stefanini, con null'altro che 30 alunni in classe a settembre. Per la prima volta mancano all’appello anche le liste d'attesa nelle scuole materne Rodari, in via Tezzone e via XXV Aprile, dell'Ic Serena, con circa un centinaio di piccoli iscritti. E nessuno in coda: «Fino all'anno scorso avevamo un trend di venti, trenta bambini in attesa di far ingresso in classe. Di certo tra i motivi c'è il calo delle nascite. Da mettere in conto anche il fatto che la materna non è scuola d'obbligo», afferma la preside Michela Busato. Sulla stessa barca anche le scuole materne San Paolo e Barbisan dell'istituto comprensivo Coletti e le materne San Bartolomeo e di via Beazzano dell'istituto Martini: «Quest'anno abbiamo una lista d'attesa di nove alunni appena, ma soltanto da parte di famiglie che chiedono l'iscrizione anticipata per i nati a gennaio 2015», afferma la preside della Martini Milena Valbonesi, «basti pensare che nel 2013 c'erano almeno 40 famiglie in attesa di iscrivere i figli alla materna di via Beazzano. C'è poi da mettere in conto anche che molte famiglie di immigrati sono tornati nei loro Paesi d'origine».
E mentre gli asili statali fanno oggi i conti con la novità delle liste d'attesa "volatizzate", le scuole materne paritarie in città spiegano che la decrescita di iscritti è già in atto da qualche anno. Se nel 2013 a rispondere all'appello c'erano 1443 alunni, quest'anno sono scesi a quota 1347: «In più da cinque anni non abbiamo più le liste d'attesa» spiega don Carlo Velludo, coordinatore delle 18 scuole paritarie Fism nel comune di Treviso, «ora il calo è arrivato anche alle materne statali. L'Ocse riconosce il valore della scuola materna in preparazione alla scuola dell'obbligo. Togliere ai bambini questa esperienza scolastica significa togliere loro una valigia di opportunità».
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