L’ispettore antifrodi rinviato a giudizio

Loris Serafin, 51 anni, è accusato di concussione per induzione. Vedova ha patteggiato 8 mesi

CONEGLIANO. Rinviato a giudizio Loris Serafin, 51 anni, l’ispettore antifrodi di Conegliano finito di fronte al giudice per rispondere dell’accusa di concussione per induzione, poi riformulata in «induzione indebita a dare o promettere utilità». Il processo a carico del funzionario dell’Ispettorato Centrale per la tutela della qualità e la repressione delle frodi dei prodotti agroalimentari inizierà il prossimo 24 febbraio. Di fronte al gup Silvio Maras, oltre a Serafin, è comparso ieri anche Tiziano Vedova, 22 anni, titolare di un’azienda vitivinicola a Valdobbiadene. Il giovane, che secondo l’accusa avrebbe versato a Serafin una piccola somma di denaro allo scopo di ottenere una “scorciatoia” per una pratica, ha patteggiato otto mesi di reclusione ottenendo la sospensione condizionale della pena. Secondo la guardia di finanza che ha condotto le indagini, l’ispettore dell’Icq avrebbe incassato a titolo di consulenze oltre cinquemila euro in contanti (duemila da una società di Pieve di Soligo e quasi 3.500 da un’azienda di Valdobbiandene) e svariate altre centinaia di euro sotto forma di pieni benzina per il suo Range Rover. Soldi ottenuti dagli imprenditori, secondo gli inquirenti, come pagamenti per presunte attività di promozione commerciale che Serafin avrebbe fatto grazie alle sue presunte e asserite conoscenze e influenze nel settore, e soprattutto facendo valere il suo ruolo di pubblico ufficiale. Accuse che hanno portato all’indagine della Procura di Treviso e ora al rinvio a giudizio. (f.p.)

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