L’industria manifatturiera di Vittorio Veneto è la prima della Regione

È a elevata capacità occupazionale L’assetto è solido e durante la crisi non ha registrato drammi 
Allegranzi Vittorio Veneto Convegno tessendo il futuro SX Nadal DX Campodallorto
Allegranzi Vittorio Veneto Convegno tessendo il futuro SX Nadal DX Campodallorto

VITTORIO VENETO. Non c’è nessun’altra città nella Marca, che abbia un’industria manifatturiera a così elevata capacità occupazionale come quella di Vittorio Veneto. E, in proporzione, è la prima anche del Veneto. Padova, ad esempio, ha solo il doppio di addetti di Vittorio Veneto.

È quanto Sergio Maset ha illustrato ieri al teatro Da Ponte, presentando la sua ricerca sul futuro della città. La zona industriale di San Giacomo, con circa 6 mila posti di lavoro, è fra le più performanti del Veneto, dando accoglienza ad alcune delle aziende più dinamiche ed innovative.

Come, ad esempio, la Keyline di Cristina Gribaudi che al convegno di ieri è intervenuta per dire che lei, innamorata di Venezia, dove si occupa anche di musei, mai lascerebbe Vittorio Veneto.

Eppure la città è anche la più ‘anziana’ dopo Venezia; solo ultimamente si registra una ripresa delle nascite.

«Se l’assetto industriale è solido e durante la crisi non ha registrato drammi» sottolinea il sindaco Roberto Tonon, che ha tirato le conclusioni del convegno, aperto dall’assessore Giovanni Napol «significa che sono state fatte scelte illuminate negli anni ’70 quando l’industria è stata portata nella zona sud di San Giacomo e che abbiamo degli imprenditori illuminati. Infatti la grande industria sopra i 250 occupati ha il tasso più alto di tutto il Veneto come numero di occupati. E si tratta di aziende fortemente internazionalizzate, che esportano e importano ricchezza, lavoro, turismo, business».

Al convegno hanno portato il loro contributo Maurizio Castro, Franco Posocco, Letizia Cavallini ed altri ancora. Per quanto riguarda i servizi – è stato osservato - la città deve focalizzarsi ancora di più sui servizi attrattivi, come sta facendo il Cesana Malanotti, ampliando i posti letto di qualità di 200 unità e trasformando il Luttazzi in polo di servizi alla persona e alla cultura.

«Il libro ‘Tessendo il futuro’ dovrebbe essere il minimo comun denominatore» ha osservato il capogruppo del Pd Marco Dus «tra tutte le forze politiche, da cui partire per fare proposte concrete per la città. Basta con le fake news (le “bae” in vittoriese). Ripartiamo dai dati oggettivi per rilanciare la città e portarla nel futuro. Tessendo il futuro sarà certamente uno dei miei riferimenti per poi proporre delle soluzioni, che già ho iniziato a presentare».

«Abbiamo una straordinaria realtà industriale - ribadisce Dus - fatta di innovazione, lavoro, cultura in continua espansione. Una forza che non può essere un corpo estraneo ma con cui si deve dialogare e confrontare per crescere insieme». —

F.D.M.

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