L’incendio è partito dai pannelli solari

Crocetta, sotto accusa l’impianto sul tetto dell’Am Teknostampi: registrato il picco di energia che ha innescato il rogo
Di Enzo Favero
DeWolanski Crocetta del Montello incendio azienda
DeWolanski Crocetta del Montello incendio azienda

CROCETTA. Pannelli fotovoltaici sotto accusa. Su di essi si è appuntata l'attenzione degli inquirenti. Si ritiene siano stati i responsabili del devastante incendio che ha distrutto domenica la AM Teknostampi di via degli Artigiani. Ieri la squadra di polizia giudiziaria dei vigili del fuoco è potuta entrare nel capannone per verificare le possibili cause del rogo.

Solo ieri mattina, infatti, gli inquirenti hanno potuto aggirarsi tra le macerie perché fino a lunedì sera il magnesio contenuto all'interno della fabbrica ha continuato a bruciare nonostante fosse stato ricoperto di sabbia. I vigili del fuoco hanno ispezionato a fondo quel che resta del fabbricato per trovare il punto da dove è partito l'incendio e cosa lo ha innescato. L'attenzione si è appuntata proprio sui pannelli fotovoltaici. Una scarica elettrica sarebbe partita proprio da lì. L'Enel ha infatti rilevato un picco di energia elettrica poco prima che si alzassero le fiamme dal capannone. I sistemi di controllo sulla produzione di energia elettrica di quell'impianto posto sul tetto, hanno mostrato come pochi istanti prima delle 10 si sia verificato quel picco di produzione di energia elettrica che non è stato assorbito, interessando una prima fila di pannelli fotovoltaici per poi propagarsi anche sulle altret adiacenti. Questo evento ha prodotto una scarica elettrica e potrebbe essere stata proprio questa a provocare il focolaio che si è ben presto trasformato in un rogo.

Un incendio devastante che ha richiesto una giornata e mezzo di lavoro da parte di ben 15 squadre di vigili del fuoco. Quella della scarica elettrica partita dai pannelli fotovoltaici era stata una delle prime ipotesi avanzate fin dalla mattina di domenica, mentre i vigili del fuoco cercavano ancora di circoscrivere le fiamme. Sul tetto, infatti, erano in corso alcuni lavori di manutenzione. Un’indicazione precisa, però, è venuta dai grafici Enel che hanno evidenziato quel picco di energia elettrica che non è stato assorbito e potrebbe aver prodotto la scarica.

E quello provocato dall’incendio è un disastro da 20 milioni di euro che ha costretto l’azienda a chiedere la cassa integrazione per una trentina di addetti al ciclo di lavorazione. Il lavoro dei vigili del fuoco ha consentito di salvare gli uffici e il magazzino posto sul retro dove erano custoditi gli stampi e le materie prime, ma tutto il resto è stato avvolto e distrutto dal fuoco: capannone, impianti, macchinari sono fusi nel rogo che è proseguito per ore e ore provocando una colonna di fumo nero che si vedeva a chilometri di distanza. Nei prossimi giorni all’interno dell’area messa sotto sequestro dal magistrato, saranno cercate tracce di altri possibili focolai che potrebbero aver provocato il disastro. Alla fine delle analisi la squadra di polizia giudiziaria consegnerà la sua relazione in Procura.

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