L'imprenditore di Treviso: «Se passa il decreto dignità porto la fabbrica in Romania»

TREVISO. «Se passa il “decreto dignità” porto la fabbrica in Romania» giura Bepi Covre, ex della Lega e titolare dell’azienda metalmeccanica Eureka di Gorgo al Monticano. Covre è pronto a mettere in discussione i suoi duecento dipendenti italiani se saranno reintrodotte le causali per il rinnovo dei contratti, e se la durata massima dei rinnovi scenderà da 36 a 24 mesi, le due novità principali previste dal ministro del Lavoro Luigi Di Maio.
I duecento della Eureka, di cui circa una trentina a tempo determinato, si uniscono quindi ai 44 mila lavoratori trevigiani che, secondo quanto affermano le imprese, sarebbero a rischio con le nuove norme. Massimo Finco e Maria Cristina Piovesana, presidente e vicario di Assindustria Venetocentro, martedì avevano sparato bordate contro il provvedimento del governo “gialloverde”. Covre è pronto a passare alle vie di fatto: «Io devo stare sul mercato, se qui mi tirano su un muro, dovrò pur cercare di evitarlo. Ho fornitori in Romania e Polonia, sono pronto a trasferire la produzione lì. Ma i populisti si rendono conto che siamo in Europa, e con l’Europa dobbiamo competere?».
Anche per Covre lo spauracchio peggiore sarebbero le causali, necessarie in caso di contratti superiori ai 12 mesi o dal primo rinnovo in poi. «Renzi e Gentiloni fecero bene a toglierle, hanno arricchito soltanto gli avvocati» spiega l’ex parlamentare della Lega. «Noi abbiamo avuto diverse vertenze ma per fortuna le abbiamo chiuse tutte. Pagando, ovviamente. I tempi sono cambiati, adesso sono gli operai a licenziare i titolari: se sono bravi cambiano, sono contesi. Operai e tecnici poi non se ne trovano e noi dobbiamo fare di tutto per accaparrarci i più validi. Ma esistono molti lavori stagionali, bisogna prevedere che ci sono dei picchi di produzione in alcuni periodi dell’anno».
Finco ha chiesto esplicitamente a Zaia di prendere posizione contro il “decreto dignità”. Anche su questo Covre la pensa allo stesso modo: «La Lega non si svenda per un piatto di lenticchie pur di stare al governo. Il fondatore del Movimento Cinque Stelle, Beppe Grillo, nel suo blog parla di “decrescita felice”. Di Maio la sta realizzando». Il numero uno degli industriali trevigiani e padovani martedì aveva attaccato proprio Di Maio spiegando che non aveva mai assunto nessuno. «Sono d’accordissimo» conclude Covre, «Di Maio non si è mai fatto assumere, perché non ha mai lavorato. Lui è il ministro del-non lavoro».
Anche l’ex assessore della giunta Raggi a Roma nonché fondatore di Permasteelisa, Massimo Colomban, è intervenuto sul tema: «Leggi e decreti attuativi renderanno più burocratici, o più costosi e vincolanti gli adempimenti, e questo si tradurrà naturalmente in minore occupazione. Ogni disoccupato in Italia costa approssimativamente allo Stato 10 mila euro l'anno, mentre ogni occupato produce, in termini di tasse, circa 30 mila euro. La differenza, per le casse dello Stato, è di 40 mila euro. Mi sembra perciò talmente chiaro, quasi banale, di cosa abbia bisogno l'Italia per uscire dalla miseria che ci attanaglia».
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