Lettera minatoria all’Astoria Vini sponsor Gay Pride

Nella missiva si alludono a possibili ritorsioni commerciali I titolari chiamano i carabinieri: «Non ci lasciamo intimidire»
Astoria sponsor nella home page del Treviso Pride
Astoria sponsor nella home page del Treviso Pride

Una storia di ordinaria omofobia non risparmia il Gay Pride di sabato a Treviso e il suo “main sponsor”, l’Astoria Vini. Nella sede di Susegana dell’azienda, un colosso del mondo del prosecco, nei giorni scorsi, è arrivata una lettera cartacea anonima, rivendicata da un gruppo di cittadini che si autodefiniscono “I Normali”, con velate minacce di ritorsioni commerciali. La colpa di Astoria? Aver sponsorizzato, appunto, la manifestazione di sabato a favore del mondo gay e lesbo. I titolari dell’azienda, la famiglia Polegato, hanno denunciato l’accaduto ai carabinieri, preoccupati che dietro la missiva possa nascondersi qualche soggetto potenzialmente pericoloso, pensando soprattutto a quanto accaduto nello scorso fine settimana a Orlando, negli Stati Uniti.

«Non ci lasciamo intimidire» spiega Paolo Polegato, uno dei titolari «crediamo nella difesa dei diritti di tutti». E così anche nel corteo trevigiano scorre una vena di tensione, mentre in città si attende l’arrivo di migliaia di persone da tutta Italia per quella che gli organizzatori hanno immaginato come una grande festa della libertà e dei diritti civili. La lettera è arrivata in busta chiusa, con timbro di Padova e data primo giugno, un paio di giorni fa, nella sede di Susegana. Il contenuto è vagamente intimidatorio: «Leggiamo sui quotidiani che il prossimo 18 giugno sarete schierati con il Gay Pride. Niente razzismo ma una semplice constatazione: le cose particolari sono sempre avvezze di particolarità, in special modo nei prodotti alimentari. Ci sorgono dubbi nella gestione… Cordiali saluti. Firmato: I Normali».

Gli autori della lettera, però, hanno sortito l’effetto contrario: ieri l’azienda ha pubblicato sul proprio profilo Facebook la lettera, confermando la volontà di investire nel Gay Pride e ricevendo in poche ore centinaia di messaggi di solidarietà dagli altri utenti del web. «In Astoria non dividiamo il mondo in “normali” e “particolari”», scrive l’azienda «ma in singole persone».

Resta tuttavia l’amarezza per un messaggio che, a pochi giorni dalla strage in un locale gay negli Stati Uniti, suona davvero inopportuno. «Siamo rimasti allibiti da quanto letto» spiega Polegato «alla luce di quanto accaduto a Orlando, abbiamo subito presentato denuncia ai carabinieri. La nostra decisione è di andare avanti: appoggiamo il Gay Pride perché portiamo avanti da sempre determinati principi, fatti di rispetto, tolleranza, apertura mentale. Non è la prima volta che ci esponiamo, sotto questo punto di vista».

Astoria, per esempio, ha già partecipato a progetti contro il razzismo assieme all’ex calciatore francese Lilian Thuram, e in difesa dell’ex ministro Cécile Kyenge. Qualche anno fa fece discutere anche la decisione dell’azienda di produrre e commercializzare uno spumante “Halal”, cioè in linea con i precetti dell’Islam perché privo di contenuto alcolico, dedicato al mercato dei paesi musulmani. Nessuno si aspettava che l’appoggio al Gay Pride suscitasse qualche mal di pancia.

Intanto per dopodomani è tutto pronto: partenza dalla stazione dei treni alle 15.30, corteo multicolore in centro città (oltre 700 parcheggi soppressi), arrivo in Piazzale Burchiellati. A Porta San Tomaso sarà (soltanto) una bella festa: musica, colori e rispetto.

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