Legano e rapinano il parroco: presi
Arrestati gli aggressori di don Eraldo Modolo. «Hanno sbagliato, ma li perdono»

Don Eraldo Modolo. A destra dall’alto gli arrestati Del Giudice e Digiaro
Presi i balordi che il 18 marzo scorso hanno rapinato e sequestrato don Eraldo Modolo, noto prete trevigiano, oggi parroco a Robegano, in passato in servizio a Quinto e Merlengo, e animatore dello storico cinema teatro Ariston. Sono due sbandati, catturati dai carabinieri anche grazie alla collaborazione dei fedeli che hanno fornito ogni particolare notato quel giorno e nei precedenti. In manette Domenico Digiaro, 45 anni, residente nel Bolognese, e Gennaro Del Giudice, 51 anni, di Pozzuoli, domiciliato in una casa ospitalità di Mestre. Sono stati fermati martedì a Robegano. Una rapina violenta: i due avevano legato ad una sedia il prete col filo elettrico, lo averlo minacciato con un cacciavite. Alla fine se ne erano andati dopo averlo depredato di un personal computer, dei soldi delle offerte e di altri oggetti, custoditi nella sacrestia. Tutto ha inizio a metà marzo: uno dei due si presenta in canonica per chiedere aiuto: «Non ho i soldi per curare il figlio malato», dice. Il parroco impegnato a sbrigare faccende gli lascia cadere 10 euro dalla finestra. Una settimana dopo due uomini, dopo aver forzato una finestra, entrano in canonica, sorprendono il parroco e lo immobilizzano su una sedia. Prendono 600 euro, un pc e altri oggetti. Una settimana dopo tornano e gli offrono la restituzione degli oggetti e del pc in cambio di denaro. Le trattative proseguono per due settimane, prima che l'anziano parroco cedesse alle richieste dei due, consegnando ai due una somma di denaro. Intanto continuavano le indagini dei carabinieri. I due malviventi non contenti sono tornati alla carica con il parroco per l'ennesima richiesta di denaro. Ma questa volta il prete si è fatto negare e qualcuno ha chiamato i carabinieri, che hanno sorpreso i due fuori della canonica. Devono rispondere di rapina aggravata in concorso e sequestro di persona, e di estorsione per le successive richieste di denaro. Ora sono in carcere a Santa Maria Maggiore. Indagini ancora in corso, non si esclude che i due abbiano compiuto altri colpi. «Legato e minacciato, ma se avevano bisogno d'aiuto io ero pronto a darglielo». Don Eraldo Modolo va oltre il perdono. I suoi aguzzini ora sono in carcere. Ma il sacerdote aveva provato in tutti i modi a farli desistere, dando anche dei soldi, ma spiegando loro che stavano sbagliando. Parroco di Robegano da 18 anni, dopo aver guidato le parrocchie di Quinto e Merlengo, nel trevigiano e insegnato al liceo Canova di Treviso, don Eraldo è un uomo coraggioso e risoluto: nei suoi occhi non traspare paura per quello che è accaduto. Eppure sono stati attimi eterni, concitati e carichi di tensione. In canonica Digiaro e Del Giudice sono entrati in pieno giorno, forzando la finestra dello studio del sacerdote. Lui era a letto, al piano di sopra, per il riposo pomeridiano. «Sono stato svegliato da un botto - racconta - pochi secondi dopo erano in camera: mi hanno immobilizzato, legato mani e piedi col cavo della corrente e minacciato con un punteruolo in faccia. Uno di loro mi ha detto che era cattolico, che aveva bisogno di 20 mila euro perché il figlio era gravemente malato. Non erano facce nuove. Uno era passato una settimana prima a chiedermi 10 euro: cercava aiuto come tanti altri e gliel'ho dato». Sembrava tutto finito con una rapina in casa e il bottino di un pc portatile, una borsa e i soldi delle offerte. «Otto giorni dopo mi hanno riportato il computer ma mi hanno chiesto dei soldi in cambio», continua il sacerdote. Don Eraldo alla fine sborsa 1.300 euro. Poi però dice basta. «Non ne avevo altri - spiega - così quando li ho trovati di nuovo nel piazzale della canonica, ho detto che mi lasciassero in pace. Qualcuno dei fedeli li ha riconosciuti e ha chiamato i carabinieri». Se li perdono? E' chiaro, ma hanno sbagliato».
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