Le antiche mele di Monfumo matureranno nel 2015

MONFUMO. Il progetto agricolo “Le antiche mele di Monfumo” sta dando i suoi primi frutti. A due anni dall'avvio dell'iniziativa, promossa dalla Comunità dei produttori di mele monfumesi (costituita nel 2011) in collaborazione con Slow Food Montello, Comune e Pro loco, la melicoltura biologica è tornata a fiorire sulle colline che abbracciano Asolo. «Sono state già piantumate 1.600 piante, ora ne abbiamo innestate altre 400, un'operazione importante e diffusa su tutto il territorio che ha coinvolto una ventina di agricoltori. Prima abbiamo mappato e catalogato le specie presenti fotografando e studiando i vecchi alberi rimasti, poi abbiamo ripopolato i campi che erano stati completamente abbandonati negli anni Settanta con la nascita dei supermercati e della grande distribuzione che richiedeva forniture incompatibili con la produzione dei nostri contadini», spiega Renzo Dall'Est, presidente della comunità dei produttori. Nel 2015 le quindici varietà scelte per il progetto cominceranno a produrre a pieno regime, si arriverà a toccare i 500 quintali. Si potrà così gustare la Sambaril, la Canadà, la Rosetta, il Pom dea fragola, la Modenese, la Papadopoli, la Rossa di montagna ma anche la Rosa di Monfumo, una mela autoctona nata quasi selvaticamente e trovata nel bosco, continua Dall'Est: «C'è poi la “Fior d'arancio, una varietà rarissima importata a metà Ottocento da alcune famiglie di Seren del Grappa. Siamo riusciti a salvarla miracolosamente ricavando un innesto dalla pianta madre che stava morendo. Peculiarità di questa mela, la sua polpa rossa, inconfondibile. Non sono poi mancate le sorprese, durante la nostra ricerca abbiamo scoperto anche un pero, lo Zhucaròn, straordinario e dolce a tal punto che per fare le confetture basta la sua polpa». Ma il lavoro della Comunità dei produttori di Monfumo non si è fermato qui, insieme a Slow Food Montello e ai ristoratori della zona si stanno elaborando una serie di ricette che abbiano come ingrediente principe il frutto. Spiega Dall'Est: «A ogni piatto la sua mela, stiamo lavorando anche sul fronte culturale, è importante ribadire che le mele non sono tutte uguali. Se al supermercato siamo abituati a trovare le “Golden”, e ben vengano, dobbiamo anche sapere che ci stiamo perdendo un mondo fatto di sapori, colori, profumi e consistenze assolutamente eccezionali».
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