Le 28 aziende in crisi della Marca: a Treviso possono saltare tremila posti di lavoro

Tra crisi di governo e contesto internazionale instabile la ripresa di settembre si annuncia complicata
15/04/1999 Susegana - Operaie dello stabilimento Electrolux Zanussi
15/04/1999 Susegana - Operaie dello stabilimento Electrolux Zanussi

TREVISO. Passato Ferragosto nelle aziende della Marca ci si interroga sulla prossima ripartenza di fine estate. Le incertezze sono molte, dal contesto internazionale alla tenuta dei conti pubblici con la manovra finanziaria da presentare in ottobre.

Ma a questo, improvvisamente, si è aggiunta anche l’incognita del governo, con una crisi improvvisa che, certo, non fa bene alle imprese e ai diversi tavoli di crisi aperti da tempo. Il quadro nella Marca non è dunque dei più semplici, con almeno 28 aziende di media dimensione – con circa tremila posti di lavoro – che vivono l’instabilità con maggiore preoccupazione.

E se alla Electrolux di Susegana questa mattina si riprende «a pieno regime», come annuncia – rassicurante – anche il sito operaio “Skatenati Electrolux” non dappertutto è così.

«Il “pieno regime” della prima industria metalmeccanica della Marca», fa notare Mauro Visentin, segretario provinciale della Cgil, «certifica che le aziende con programmi di coraggiosi investimenti (130 milioni in questo caso) sono dinamicamente proiettate verso il futuro.

Le altre invece sono ferme o, addirittura, stanno boccheggiando. Cari imprenditori, imparare da Electrolux: siete ancora in tempo a scommettere sull’innovazione», è l’appello di Visentin.

28 le imprese in crisi nella Marca. L’ultima ad entrare nel ufficialmente tunnel è la Comprex di Codogné, che produce cucine di qualità. «Una trentina i dipendenti», riferisce Visentin, «che non ricevono lo stipendio perché i conti, così ci è stato spiegato, sarebbero bloccati». Sono state interessate l’amministrazione comunale e la Provincia.

Tessile e calzatura. Anche il comparto tessile e quello della calzatura riprendono col fiato corto. E non solo per le difficoltà della Stefanel e della Tessitura Monti. «Tante realtà hanno boccheggiato nel primo semestre, soprattutto quelle che non hanno capitalizzato e adesso», anticipa, preoccupato, Gianni Boato della Cisl, «dovranno fare i conti con la (non) ripresa del mercato, che sostanzialmente è fermo da un anno e mezzo».

I Mondiali di sci a Cortina nel 2021 e le Olimpiadi nel 2026 riusciranno, almeno, a rilanciare gli scarponi da sci del Montebellunese? «È ciò che aspettiamo con ansia», ammette Boato.

La Stefanel è il punto più nero della crisi di Marca. Il ministro Di Maio ha nominato il commissario giudiziale Raffaele Cappiello e questi, appena arrivato a Ponte di Piave, ha fatto sapere che l’azienda può continuare l’attività, essendo garantite le condizioni per l’amministrazione straordinaria.

A giorni è attesa la risposta del ministero dello Sviluppo economico ed entro un mese quella del Tribunale di Venezia. «In effetti», conferma Visentin, «le commesse ci sono, per la collezione autunno-inverno non mancano prospettive interessanti. Rassicurante anche l’accordo sulla cassaintegrazione.

Si lavora anche alla Tessitura Monti di Maserada. «Qui la situazione è più problematica che alla Stefanel», spiega Boato, «perché è da 3 anni che l’azienda è in fibrillazione e fa ricorso agli ammortizzatori sociali» . I lavoratori sono più di duecento.

Una parte è parcheggiata in cassa integrazione straordinaria. «Non so quali prospettive ci saranno se entro la fine dell’anno», sospira il sindacalista della Cisl, «l’azienda non maturerà qualche integrazione a livello societario. La ripresa di settembre si annuncia a rischio e i lavoratori sono molto preoccupati».

L’area di castelfranco. Pasta Zara era, tempo fa, una delle aziende più performanti, adesso opera sul filo del rasoio; lo stabilimento triestino è passato al colosso Barilla. «Ci sono i presupposti per una ripartenza», afferma Visentin. «Vedremo».

Alla Stiga di Castelfranco si è andati in ferie con 97 esuberi. Ma c’è l’accordo tra l’azienda e il sindacato per l’esodo volontario. Chi si dimetterà riceverà un incentivo fino a 35 mila euro. 630 i dipendenti degli stabilimenti di Castelfranco e Resana.

I rappresentanti dei lavoratori seguiranno, al rientro dalle ferie, con particolare attenzione la concentrazione delle attività produttive nel sito di Resana; continuano ad auspicare, al riguardo, la ricerca e lo sviluppo di nuovi prodotti a sostituzioni di quelli oggetto di esternalizzazione.

Le caldaie. Dopo le vicissitudini del fallimento, Basitaly di Casier (ex Sile Caldaie) se la deve vedere con l’amianto sul tetto dei due capannoni della vecchia fabbrica. È sceso in campo anche il consiglio comunale, ma l’azienda ha detto che non ci sarebbe alcun pericolo. Intanto i 30 dipendenti sono in trepidazione per il loro futuro.

Velodromo e indotto. La società Pessina ha portato i libri in Tribunale e ha chiuso il cantiere del velodromo di Spresiano, un’opera da 30 milioni di euro. «Non ci pagano le fatture da mesi, siamo costretti a portare via tutta la merce, per me il cantiere del velodromo si ferma qui», ha spiegato nei giorni scorsi il titolare della Edilstar di Islami Cefli, 50 dipendenti.

È della scorsa settimana l’annuncio che la Pessina Costruzioni è stata ammessa al concordato e ha 60 giorni di tempo per presentare il piano; il circuito di Spresiano è incluso tra le opere con carattere di priorità. Conseguenze? Anche molti terzisti che dovevano lavorare all’opera rimarranno a bocca asciutta.
 

Chi ha messo il turbo. Ma il bicchiere, alla ripresa delle linee di montaggio, non è solo mezzo vuoto. «La meccanica sta andando bene», conferma Visentin, «ci sono imprese del settore dell’arredamento che dopo aver investito in programmi di sviluppo innovativi, stanno riconquistando i mercati. Rassicura anche l’agroalimentare, con il Prosecco in testa» .

«Il bicchiere è senz’altro mezzo pieno», insiste Alessio Lovisotto, segretario provinciale della Fim Cisl, «con industrie quali l’Iveco Defence di Vittorio Veneto. Il Mise e la Difesa hanno sbloccato piani per centinaia di milioni, tanto da ritenere assicurato il futuro di Vittorio Veneto».

È in consolidamento anche un gruppo interessante come quello della Permasteelisa, con il cambio recente del vertice. Per non parlare, appunto, dell’Electrolux e della nuova fabbrica di robot a Susegana. 

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