Lascia il lavoro per la Sierra Leone

Ingegnere abbandona il posto per aprire una centrale del 118 a Freetown

Un giovane ingegnere di Spresiano, Alberto Codo, lascia il lavoro per partire per la Sierra Leone con Medici con l’Africa Cuamm. A Freetown sarà il logista per il progetto “Nems – Un 118 per la Sierra Leone” che garantirà trasporti di emergenza in ospedale in tutto il paese africano: «È una sfida imperdibile, il rischio più grande sarebbe pentirmi di non averlo fatto», dice.

La partenza è stata fissata in questi giorni per la Sierra Leone, dove per sei mesi lavorerà come logista a Freetown, capitale del Paese, seguendo il nuovo progetto nazionale di Medici con l’Africa Cuamm per garantire in tutto il Paese i trasporti di emergenza in ospedale. Laureato in ingegneria elettrica, ventotto anni, Codo negli ultimi cinque anni ha lavorato come tecnico commerciale a Trento, in un’azienda multinazionale.

Per partire per la Sierra Leone ha scelto di lasciare il lavoro, nonostante il contratto a tempo indeterminato. «Il mio lavoro mi piace molto – racconta Alberto Codo – ma da un po’ di tempo sentivo l’esigenza di cambiare, di cercare nuovi stimoli al di fuori della mia zona sicura. Ho sentito di questa occasione di partire per l’Africa grazie ad un’amica di Spresiano che da qualche anno lavora in Sierra Leone con Medici con l’Africa Cuamm. Il progetto in cui sarò inserito è molto importante: ho pensato che fosse una sfida imperdibile e che, alla fine dei conti, il rischio peggiore che potessi correre era trovarmi fra tanti anni a pentirmi per non aver voluto lanciarmi. Ho tanta voglia di fare qualcosa di nuovo, di dare il mio contributo, la mia famiglia mi sostiene, sono felice».

“Nems - Un 118 per la Sierra Leone è un progetto lanciato a fine febbraio e finanziato dalla Banca Mondiale. L’obiettivo è gestire per l’intero Paese, con un coordinamento da una centrale operativa nazionale, le chiamate di famiglie, singoli cittadini e centri sanitari periferici, per garantire trasporti di emergenza in ospedale. 200 ambulanze mobilitate (160 operative in modo permanente e 40 per sostituire i mezzi in manutenzione) e 1.000 operatori coinvolti tra autisti, paramedici e operatori della centrale operativa, oltre agli addetti al primo filtro telefonico per la valutazione del grado di emergenza e al coordinamento dei mezzi.

Tutti verranno formati sia all’avvio del progetto, sia durante l’implementazione e verrà loro assicurato un aggiornamento periodico. In una prima fase il servizio sarà operativo nelle 12 ore diurne, per poi passare a coprire tutte le 24 ore. È possibile sostenere il lavoro dei medici del Cuamm con una donazione su conto corrente postale 17101353 e online su www.mediciconlafrica.org. Con 15 euro è possibile garantire un trasporto di emergenza in ambulanza.

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