Lascia al Comune di Treviso un buco da 45 mila euro di multe

TREVISO. Sfrecciare davanti ai velox senza rallentare. O magari accelerando. Parcheggiare in divieto di sosta, trovare la multa e buttarla. Ignorare il codice della strada, beccarsi la sanzione e stracciarla. Chi non ha immaginato di comportarsi così? Almeno una volta nella vita forse tutti, salvo poi nella stragrande maggioranza dei casi pagare il dovuto per l’errore commesso.
Eppure qualcuno che abbia deciso di comportarsi come i “cattivi” del cinema c’è davvero. E al Comune di Treviso ha lasciato la bellezza di 45 mila euro di multe mai pagate. E quel che è più curioso, o per meglio dire penoso visto che è frutto di un’incredibile leggerezza burocratica, è che non pagherà un centesimo perchè ne ha tutto il diritto.
La storia inizia anni fa, più di tredici. Sulle strade di Treviso il nostro automobilista menefreghista incassa multe su multe ed ogni verbale che gli viene notificato fa la stessa fine: non viene pagato. Potremmo immaginare che venga accartocciato e gettato, o magari – volessimo sceneggiarla un po’ – bruciato con l’accendino a spregio di leggi e polizia locale. Di certo solo il fatto che tutte le sanzioni restino in sospeso, e vadano ad alzare il pacchetto di multe intestate alla stessa persona.
Il Comune e la polizia locale, capita l’antifona, una volta trascorso il tempo di legge, passano tutto il pacchetto degli insoluti a Equitalia che in quegli anni gestiva l’attività di riscossione per conto di Treviso, e di tutte le pubbliche amministrazioni d’Italia. L’agenzia, appena ricevuto l’incartamento, invia prima il sollecito di pagamento e trascorso qualche tempo senza risposta l’avviso di pignoramento e sequestro. Il nostro automobilista che fa? Esattamente quello che aveva fatto fino a quel momento: se ne frega.
Il Comune, che di crediti da esigere non ha certo solo quello, confida su Equitalia per la gestione della pratica, ma Equitalia tra migliaia di furbetti da inseguire e cartelle pazze da correggere vive mesi ed anni di vero caos e sovraccarico di lavoro. Tant’è che per errore o confusione, dimentica di sollecitare i pagamenti dovuti al nostro automobilista fuorilegge che si guarda bene dal pagare.
Cosa succede? Che quando, dopo quasi dieci anni, l’agenzia si ricorda di sollecitare i pagamenti al nostro evasore seriale su quattro ruote, questo va a bussare direttamente alla porta del giudice di pace facendo notare che per cinque anni non ha ricevuto alcun sollecito sulle pratiche e come legge vuole, senza solleciti che rinnovino la richiesta di pagamento, questa dopo cinque anni decade.
Risultato? L’Agenzia delle Entrate Riscossione, cui nel frattempo sono arrivate tutte a carte di Equitalia, si vede costretta a chiamare il Comune che – saputo del ricorso al giudice di pace – era già pronta a costituirsi parte civile. La comunicazione è formale quanto netta: inutile che chiamiate gli avvocati, ha ragione lui. I soldi sono persi. E l’automobilista “evasore”, come succede per i cattivi del cinema, nutre anche una certa amara simpatia.
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