L’ascesa e la rovina di una famiglia firmato Simenon

“Erano le tre del pomeriggio e cominciava a fare buio sia all’interno che all’esterno del locale Una giornata invernale, senza pioggia, senza neve, ma con una massa d’aria umida e fredda sospesa sotto un cielo crepuscolare”. Comincia così - atmosfera tipicamente simenoniana - Il destino dei Malou, l’ultimo romanzo di Simenon della serie Adelphi. Eugène Malou entra in un bar, ordina un armagnac, fa una breve telefonata, esce e bussa alla porta della villa del conte d’Estier. Pochi istanti, il portone si riapre e Malou ne esce sparandosi un colpo di pistola in testa.
La sua morte, come sempre, squarcia il velo sui segreti suoi e della sua famiglia, che si disgrega. Sul posto (una non menzionata città della provincia francese) resta solo il figlio minore Alain, che si mette a ricostruire il passato del padre, per capire se abbiano davvero ragione i detrattori che lo diffamano, dicendo che si è ammazzato perché ormai in rovina, oberato dai debiti. Imprenditore edile, Eugène Malou aveva progettato una città di villette in periferia pomposamente chiamata Malouville, immaginate una Milano 2 ante litteram. Ci sono pagine in cui leggi la storia di Malouville e ti sembra la storia d’Italia: le tangenti pagate da Malou ai politici per far sì che la linea del tram arrivasse fino alla sua cittadella residenziale, le promesse tradite, fino al fallimento dell’impresa. Ma, ancora prima, come si era costruito la sua fama e la sua ricchezza di imprenditore? Sordidi segreti, autorità tenute in pugno dietro il ricatto di rivelarne le bassezze, apprese in gioventù, facendo il giornalista. Vi suona nuova, questa storia? Tutto il mondo è paese.
«Mio padre era un uomo disonesto?», domanda alla fine il giovane Alain all’amico del cuore del papà. «Tuo padre era un uomo. E, credimi, un uomo è molto più raro di un uomo onesto, un giorno te ne accorgerai». Affermazione su cui si può dissentire, ma Simenon ti fa sempre riflettere con frasi asciutte e affilate come spade. «Chiunque può essere un uomo onesto, a volte anche senza volerlo. Ci sono migliaia di persone che si comportano onestamente solo perché hanno paura, o sono stanche, o in cattiva salute. Altri, invece, sono onesti perché sono nati così, da famiglie oneste, e non gli è mai venuto in mente di cambiare».
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