«L’amore? Non ha età» Gentilini, l'ex sceriffo di Treviso, sposa la sua Maria

TREVISO. «Volevamo discrezione, per questo andiamo a sposarci a Viano, un comune di Reggio Emilia. Lì il sindaco è un leghista come noi, amico di vecchia data. Sposarsi a Treviso? Ci sarebbe stato troppo clamore, comunque in quel caso ci sarebbe piaciuto celebrasse Giovanni Manildo». Lo dice lei, e lui conferma convinto.
Mercoledì c’è stato un sobrio addio al celibato, per lui, in uno storico ristorante fuori porta, con una ventina di fedelissimi «a ricordare il passato». Ieri pomeriggio sono arrivate le bomboniere. I promessi sposi partiranno oggi, in mattinata, in auto, guidano i rispettivi figli. Si scambieranno l’anello domani in mattinata, nel municipio di Viano.

Alla fine della cerimonia il pranzo sarà una sorpresa, pensa a tutto il sindaco. E in serata Giancarlo, 89 anni, e Maria Assunta, 72 anni, torneranno a Treviso. Niente viaggio di nozze. Lui andrà a vivere in pianta stabile da lei, al quarto piano di un palazzo di via Barbaro, laterale di viale Montegrappa, dove dall’altra parte, in via Monterumici, c’è la vecchia casa di lui, che diventerà uno studio-ufficio.
Stiamo parlando di Giancarlo Gentilini, lo “sceriffo” della Lega, che domani tornerà a sposarsi, dopo essere rimasto vedovo, con Maria Assunta Pace, single, amica di vecchia data. Erano soli e la politica, le scampagnate con gli amici, la vita di tutti i giorni non bastavano a riempire certi vuoti, quando la sera chiudevano la porta di casa. Ma un giorno Cupido ha mirato giusto, si sono guardati negli occhi e si sono detti: «Perché no?». Volevano fare le cose di nascosto, ma le pubblicazioni delle nozze, nell’albo pretorio di Ca’ Sugana, hanno rovinato il segreto. Loro comunque sono tranquilli, si tengono per mano, sorridono. E il vecchio “sceriffo” quasi si stupisce, di tanto clamore. Maria Assunta dice: «Ora spero di non trovarmi tutti i giornalisti a Viano. Testimoni saranno i nostri figli, pochi amici alle nozze».
«E tutti juventini sfegatati come me» gongola lui, « nessun politico invitato». E ancora lei: «Sarà una festa intima. Poi Giancarlo verrà a vivere qua con me, casa sua diventerà un ufficio». «Finché sono nell’agone politico», interviene lui, «La mattina sono in piazza, tra la gente, poi ho il mio ufficio, ma poi vengo qua». E intanto un gatto, sopra una poltrona, si stiracchia. Son arrivati gli auguri da politici importanti? «Per ora no», dice Gentilini, «Me li ha fatto però Canerino (Federico Caner, ndr), il mio allievo, e Luca Zaia. D’altronde volevo che il matrimonio passasse davvero sotto silenzio, altrimenti scoppiava un degheio boreale. Lo sapevano i nostri figli, mia sorella Pinuccia di Vittorio Veneto e basta. Nemmeno i miei fedelissimi lo sapevano». Un’amicizia che diventa amore. «È così, eravamo amici da tanti anni», dicono in coro. Poi lui: «Sai come vanno queste cose: l’amicizia si trasforma e, nonostante la mia veneranda età, sono arrivato a questo passo perché bisogna comunque vivere la vita fino alla fine. Anche nei momenti più tristi, la gioia deve tornare. Io sono amato da tanta gente ma, un giorno, mi sono accorto di avere vicino una che mi amava più di tutti. Credo che la vita sia fatta di parentesi, che si aprono e si chiudono».
Ma la parentesi politica non si chiude mai, per Genty. «È stato Zaia a chiedermi di tornare a correre per le comunali di Treviso a sostegno di Conte. Ho dato come sempre la mia disponibilità». «Sì», interviene lei, «Però ora lo tengo io sotto controllo, non voglio che Giancarlo si strapazzi troppo. Ha sempre avuto una vita frenetica, è giusto che ora abbia più riguardi, senza però per questo fermarsi».
Ma nessuno vi ha detto di pensarci bene, nel rifare il grande passo? «Assolutamente no», dice lei, «Sono tutti felici». «Al mercato, tra la mia gente», incalza lui, «tutti mi dicono “bravo, siamo con te”. Comunque da adesso in poi tirerò un poco i remi in barca. Non posso più essere una punta di diamante com’ero prima. Starò più tranquillo».
Ma ecco la foto ricordo, Gentilini si alza di scatto e intonando «Che gelida maninaaaa» abbraccia, a passo di danza, la sua Maria Assunta.
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