L’ambizione di puntare verso l’alto delle imprese della Castellana

L’ambizione dei piccoli passa per bellezza, marchi propri, ascolto del mercato e visione: le imprese della Castellana puntano sul Made in Italy - e sul Made in Veneto - per crescere e attutire le incertezze globali.
Le loro storie sono state raccontate ieri nella sede della Prodeco Pharma di Castelfranco nel corso dell’evento Best Performer della Castellana, organizzato dal Gruppo Nord Est Multimedia e da ItalyPost.
A fare gli onori di casa Giovanni Catania, che ha ricordato il padre Alberto, fondatore di Prodeco e personalità conosciuta anche per il suo impegno a favore del territorio, recentemente scomparso.
Il plauso di Stefano Marcon, sindaco di Castelfranco: «Il tessuto imprenditoriale della Castellana è forte, 3 miliardi e mezzo di fatturato solo queste 100 aziende, 13 mila addetti in tutto. Come è stato possibile? Relazioni e reti fra le imprese e gli istituti di credito, ma le reti hanno sempre margini di miglioramento, noi ci interroghiamo su come essere di supporto al miglioramento».

Le sfide delle imprese sono state declinate da Alberico Crosetto, fondatore e ad di Antrax, radiatori di design: «Abbiamo messo insieme innovazione tecnologica ed estetica, coinvolgendo personalità come Matteo Thun e Daniel Libeskind. La sostenibilità è un processo continuo: 70% di energia dal fotovoltaico, economia circolare, lean production. E poi cultura, arte».
Walter Doria, ad di Walcam, azienda commerciale di macchine per pulizia: «Per crescere abbiamo dovuto cambiare testa. E poi abbiamo diversificato mercati e clientele: case di riposo, mondo industriale, ristorazione e hotel. Puntiamo su formazione e nuovi servizi».
Il made in Veneto di Luana Vendramini, ad di O-Three, calzature sportive: «Molti hanno delocalizzato, noi lo abbiamo fatto restando in Europa, ma ricerca e sviluppo restano a Montebelluna, specie per gli articoli tecnici. Per crescere puntiamo su marchi nostri, con scarpe prodotte tutte in Veneto, con materiali veneti». Chiosa di Marco Zampieri, founder e ad Manager a Tempo: «Per accelerare i progetti e per alzare l’asticella servono competenze. È un’esperienza che ho conosciuto all’estero e che ho portato in Italia nel 2018. Si fatica a trovare le persone, noi colmiamo un vuoto, penso agli export manager per le piccole imprese».

Continuare a crescere è l’urgenza su cui si è confrontato il secondo panel: Tino Cauduro, ad di Venix, sottolinea «l’importanza di avere idee chiare e organizzarsi, esportiamo il 95%. Una chiave fondamentale è aver spinto tutte le risorse sul nostro marchio, abbiamo l’ambizione, trasmettiamo entusiasmo».
Cristiano Crosetta, ad di Tubes Radiatori, ha ribadito un concetto: «Abbiamo cercato di intercettare una necessità del mercato: rendere più piacevole il nostro prodotto. I designer di fama internazionale sono stati portati in una dimensione molto tecnica. Tra le innovazioni, l’alluminio riciclato. Serve visione e farlo bene».
Nello Genovese segue l’innovazione di Fracarro Radioindustrie: «Nasciamo nel 1933, grazie a due fratelli, spiriti liberi e geniali. Noi abbiamo attraversato una crisi, ma ora il nostro mercato sta morendo: quasi tutto viene veicolato da Internet e i giovani non guardano quasi più la tv. Quindi ci stiamo reinventando mettendo a fattore comune rete di vendita e marchio, ci stiamo specializzando sulla trasmissione attraverso la fibra ottica. Si tratta di vendere non prodotti ma soluzioni e servizi».
E per la responsabile di Uni-Mec Antonella Zanetti «siamo un centro di servizi metalmeccanico, nel reparto di taglio siamo all’avanguardia, siamo stati pionieri in diverse tecnologie, sta andando molto bene il ramo dei torni automatici».
L’ultimo confronto è ruotato attorno al tema della competizione nell’era dell’incertezza globale. Andrea Dallan, ad dell’azienda di famiglia specializzata in macchine profilatrici, ha istituito all’interno dell’azienda una sorta di “staffetta generazionale” dove «i lavoratori a 5 anni dalla pensione fanno da tutor ai giovani».
«Alla Gazzola i ruoli di responsabilità sono declinati al femminile», osserva Barbara Gazzola, titolare di un’azienda da 40,6 milioni di ricavi che commercializza veicoli commerciali e industriali, «la flessibilità ci viene spontanea».
Secondo Massimo Tasca, responsabile del prodotto di Metalco, che realizza arredi urbani venduti in tutto il mondo«essere stati acquisiti da un fondo francese, restando all’interno dell’azienda, ci ha aiutato ad avere una visione più internazionale di fare impresa».
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