L’abbraccio di Asolo a Parolin Il cardinale: «Luogo di valori»

asolo. La pioggia scrosciante ieri non ha fermato le migliaia di persone che si sono assiepate, con molto rispetto, sotto gli 8 gazebi installati dagli alpini di Villa d'Asolo e Casella, per accogliere il cardinale Pietro Parolin e tutte le autorità civili e religiose che hanno inaugurato ieri la nuova piazza Don Giuseppe Stevanato, statua e ostensorio con la goccia di sangue di Papa Giovanni Paolo II. «Una goccia di sangue che parlerà» ha iniziato Parolin, che non si è risparmiato nel suo stare tra la gente, stringere mani, come quelle di Paolo, disabile, e assicurare, instancabile, la preghiera a tutti quelli che cercavano le sue, di mani. «Lo stesso abbraccio che devono avere i cristiani verso il mondo» ha sottolineato Parolin, parlando di identità e facendo riferimento alle famiglie che da oggi abiteranno la nuova piazza: quattro famiglie, una indiana, una rumena, quattro ragazzi senegalesi e una italiana che sono l'icona dell'umanità. «Bellissimo essere qui» ha detto il Cardinale Parolin «immersi nei valori, che coinvolgono anche i più giovani, ma nello stesso tempo pienamente aperti alla diversità, anche culturale e religiosa. Aperti al mondo, come deve essere il cristiano». Ci sono stati momenti in cui la pioggia sovrastava la voce delle autorità, ma non una parola è andata persa e la cerimonia si è svolta nel più perfetto protocollo, senza intoppi e con tanta fede. «Non poteva andare meglio di così» sono le parole di Don Alessandro dal Ben, ringraziando il Gruppo spontaneo di Villa d'Asolo e tutti coloro che hanno aiutato nell'organizzazione. Il sindaco Mauro Migliorini, che si è preso la "confidenza" di chiamare il cardinale “Don Piero”, nella migliore tradizione cattolica che vuole il suo pastore in mezzo alla gente, ha sottolineato, con grande emozione, l'importanza di avere una reliquia di Papà Giovanni Paolo II, il papa della gente, proprio qui a Cà Giupponi. «Questo momento per Ca’ Giupponi, parla di passato, riscoprendo persone che sono state importanti, parlando al presente, ma anche proiettandoci, con la luce di un faro, come è stato Giovanni Paolo, nel futuro» ha concluso Parolin. —
Maria Elena Tonin
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