La tassa di soggiorno anche in casa di riposo

Cornuda
A Cornuda anche gli ospiti della “Residenza per Anziani al Fagarè” devono pagare l’imposta di soggiorno perché risultato turisti. E questo sia per l’Ipa “Terre di Asolo e Monte Grappa” che chiedono al Comune di versare le quote del tributo a loro spettanti. Secondo i dati del sindaco Claudio Sartor la cifra che deve essere pagata per ogni anziano ospite ha un costo giornaliero relativamente basso: settanta centesimi per ogni giorno di permanenza mensile dopo il sesto e comunque meno di un euro anche la prima settimana, ma è chiaro che fa schizzare le rette di cifre superiori ai 20 euro al mense.
La struttura ospita circa quaranta persone un numero che moltiplicato per i 365 giorni dell’anno porta ad aumentare i turisti a Crocetta di 14.600 unità. A questo numero si somma quello ottenuto dai pernottamenti nelle strutture come B&B, alberghi, agriturismi presenti nel paese. Si arriva così a una presenza di 18.800 turisti ufficiali su cui gli enti sovracomunali vogliono un quinto dell’imposta giornaliera. L’amministrazione di Sartor, che lunedì ha fatto approvare al consiglio comunale una modifica dell’imposta, non polemizza con l’Ogd e l’Ipa, ma con la “Residenza per Anziani al Fagarè” che è considerata a tutti gli effetti una struttura di ricezione turistica in quanto risulta una “Casa di Soggiorno” e non una “Casa di Riposo” o una “Residenza Sanitaria Assistenziale”. “Ipa e Ogd ci chiedono 5.700 euro ciascuna (per una somma complessiva di 11.400 euro). Già l’anno scorso siamo venuti incontro alla struttura, ma non possiamo sacrificare il nostro bilancio. Gli enti per la promozione turistica sono costituiti fra i diversi Comuni. Le loro regole sono condivise e solo da noi abbiamo questo problema», spiega Sartor.
Contrario alla decisione assunta dal consiglio comunale è Fabio Caverzan, di Amiamo Cornuda. «Mi sembra un’ingiustizia. La tassa serve a migliorare l’accoglienza dei turisti con interventi come il miglioramento dei sentieri nei boschi di cui gli anziani non usufruiscono. Se proprio devono pagare almeno usiamo quanto ricavato per migliorie nella casa», ha attaccato Caverzan. –
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