La storica Sotreva chiusa, l’immobile all’asta. La concessionaria: «Ristrutturiamo»

Le vetrine coperte e dipendenti in cassa creano incertezza.

I titolari rassicurano: «Dobbiamo fare lavori importanti, riapriamo a giugno»

Federico De Wolanski
La concessionaria Sotreva di Treviso
La concessionaria Sotreva di Treviso

Le vetrine della Sotreva di viale Montegrappa a Treviso sono oscurate da alcuni giorni. I dipendenti, tutti, in cassa integrazione da fine aprile. L’intero spazio della concessionaria oggi all’asta. C’è quanto basta per alimentare i tantissimi dubbi sul destino dello storico concessionario cittadino, settant’anni di attività da cinquanta guidati dalla famiglia Alexandre.

Un pezzo di città

Tutto iniziò nel 1954 quando i cugini Bruno e Leopoldo Dantini, entrambi in Fiat, decisero di rilevare il concessionario cittadino della casa automobilistica nazionale. Nacque così la Società Trevigiana Vendita Autoveicoli, poi semplificata in Sotreva, perdendo anche i puntini delle abbreviazioni.

Le auto si vendevano in centro storico, vicino piazza Madona Granda, poi si aprì lo spazio di viale Montegrappa. Erano gli anni tra Sessanta e Settanta, quando entrò in società anche Alessandro Alexandre.

Nella mani della sua famiglia il futuro del marchio trevigiano per i successivi cinquant’anni, fino ad oggi. Gli ultimi sono stati i più difficili, con la rivoluzione copernicana del mercato dell’auto: addio piccoli concessionari monomarca, largo alle grandi strutture plurimarchio, in linea con il cambiamento degli assetti finanziari dei grandi gruppi dell’automotiv riunitisi in macro aziende. Difficile competere.

Da lì forse il pignoramento avviato dalla finanziaria Fidis nel 2022, sfociato nella messa all’asta dell’intero immobile della concessionaria, intestato alla Sotreva e affittato al suo ramo “commerciale”.

L’asta e la chiusura

La vendita è fissata per la mattina del 7 maggio: 1 milione 970 mila euro a base d’asta. Un prezzo che tiene conto del fatto che l’immobile oggi sia locato (contratto fino a fine anno, rinnovabile) alla concessionaria.

Dell’asta si sapeva da settimane, ma tutto era proseguito senza cambiamenti fino ai giorni scorsi quando azienda e sindacati si sono riuniti per decidere la richiesta di cassa integrazione per i dipendenti, meno di una ventina.

La procedura è stata avviata a fine marzo. Da lì luci spente. E nei giorni scorsi i cartoni alle pareti. «Siamo in attesa del futuro, speriamo» dicono i dipendenti, «non sappiamo che pensare».

«Un mese di lavori»

Al telefono la Sotreva avverte tutti i clienti (anche dell’officina) della chiusura, scusandosi e spiegando «la chiusura durerà un mese per ristrutturazione». Ma è indubbio che tutti gli occhi siano puntati sull’asta di oggi, forse anche quelli della stessa Sotreva, in attesa di capire se ci saranno interessi e che destino possa avere il contratto di affitto (potenzialmente prorogabile). «Non è un momento facile per i piccoli del comparto» allargano le braccia i beninformati. Ma tanti – dipendenti in primis – incrociano le dita sperando che la chiusura sia davvero solo temporanea.

Anni fa, a onor del vero, venne proposto al Comune un piano di riqualificazione immobiliare a fini residenziali degli spazi tra viale Montegrappa e viale Monterumici. Si discusse, ma non andò in porto. —

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