La storia di San Valentino, il nuovo giovane amore del mulo alpino Iroso

TREVISO. Per il giorno degli innamorati, il generale Iroso, l’unico superstite fra i muli degli alpini, ha trovato la “morosa”. Si chiama Winie, una giovane asina. «È stato anche questo un atto d’amore» tiene subito a precisare Antonio De Luca, l’alpino che nel 1993 lo ha salvato dalla macellazione «mio e di Marzio Bruseghin, il campione del ciclismo».
A pochi chilometri da Anzano, dove Iroso ha la stalla, insieme ai pronipoti (la sua età, paragonata a quella degli uomini, sarebbe di 120 anni), Bruseghin ha un avviato allevamento di asini. «Ho raccontato a Marzio il dramma del mio povero Iroso e lui è stato di una generosità unica: mi ha prestato Winie, per far compagnia al mio generale» fa sapere De Luca. Si è saputo solo in questi giorni che Iroso aveva, appunto una fidanzata. Ormai da 10 anni. Si chiamava Gigliola.
È infatti morta nei giorni scorsi. Quando, recentemente, il mulo è stato festeggiato per i suoi 40 anni di vita militare, con tanto di autorità (dal presidente della regione ai sindaci), di coro, di buffet, nessuno aveva ostato svelare questo segreto. I capi del Reparto Salmerie di Vittorio Veneto, che ogni giorno si prendono cura dei muli, erano stati riservatissimi sulla vita privata di Iroso.
Il tutto è venuto alla luce quando, la scorsa settimana, Gigliola si è ammalata, gli alpini hanno chiamato il veterinario, che ha fatto all’asina le iniezioni di antinfiammatorio prescritte, ma l’esito non è stato positivo. «Era l’alba di qualche giorno fa quando» riferisce Toni De Luca «siamo stati in stalla e abbiamo trovato Gigliola accasciata sul pavimento. Iroso, seppur cieco e malaticcio, era chino su di lei e tentava di rianimarla col calore del suo fiato.
Una scena straziante che mi ha indotto a trovare subito una compagna per questo vecchio ‘alpino’ che dimostrava di soffrire quando era costretto a separarsi dalla sua Gigliola». Iroso è andato in crisi senza l’asinella, non ha più mangiato; chissà, voleva forse morire d’amore.
«Sono corso immediatamente da Marzio, che mi ha dato una risposta immediata e oltremodo generosa» racconta ancora De Luca «ma quando abbiamo portato a casa Winie, Iroso si è dimostrato quasi indispettito, sicuramente diffidente. Col passare dei giorni, invece, ha cominciato ad affiatarsi alla sua compagna. E adesso vivono… felici e contenti».
Loro due non si muoveranno più dalla stalla. Invece gli altri muli si stanno allenando per partecipare ai prossimi raduni, locali e nazionali. Il generale Renato Genovese, vittoriese, componente del Consiglio nazionale dell'Ana e coordinatore dell'adunata di Milano, in maggio, è riuscito a trovare un’ottima sistemazione per il reparto Salmerie, i cui responsabili sperano di portare la 'truppa' anche in piazza Duomo.
De Luca non si tira indietro neppure di fronte alla spesa che deve affrontare per mantenere la batteria di muli. Il reparto Salmerie fa i miracoli, ma una decina di migliaia di euro l’anno è una somma da mettere in conto, al di là di ogni generosità.
«Ho trovato tanta gente che mi ha aiutato» dice Toni «a partire dai miei figli (prima ancora mia moglie) e dagli alpini di Cappella Maggiore e di Vittorio. Poi siamo stati adottati da un Rotary di Cuneo e da una azienda di mangimi emiliana. Non vi dico quanti riscontri abbiamo ricevuto alla festa di compleanno».
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