La resa al 5G spacca i Comuni della Marca. «Resistere è una spesa inutile»

MONTEBELLUNA
Si sfalda il fronte dei Comuni del Montebellunese contrari all’arrivo della tecnologia 5G davanti all’offensiva dei gestori di telefonia mobile. Mentre infatti l’amministrazione comunale di Montebelluna ha deciso di resistere in giudizio davanti al Tar a fronte di un ricorso per l’annullamento dell’ordinanza con cui vietava la sperimentazione della tecnologia 5G nel territorio comunale, l’amministrazione comunale di Maser revoca invece l’ordinanza dello stesso tenore dopo che è arrivato un ricorso al Tar da parte di Wind Tre. Due comportamenti opposti dopo che il governo nel “decreto rilancio” ha tolto ai Comuni la possibilità di vietare l’installazione della tecnologia 5G.
Motivi economici
La motivazione con cui la giunta municipale di Maser ha deciso di revocare in regime di autotulela l’ordinanza con cui aveva disposto la sospensione precauzionale dell’attivazione e/o diffusione della tecnologia 5G sul proprio territorio comunale è di natura economica. Dice infatti il dispositivo di revoca dell’ordinanza che vietava il 5G che «sussiste un interesse pubblico alla rimozione dell’atto sotto il profilo del contenimento delle spesa pubbliche e della deflazione del contenzioso». A luglio era stato notificato il ricorso al Tar, a fine agosto la revoca dell’ordinanza in regime di autotutela da parte della sindaco.
Accuse di sprechi
Quindi Wind Tre a Maser l’ha spuntata senza dover andare davanti al Tar. Non così a Montebelluna, dove invece l’amministrazione comunale ha deciso di resistere e ha nominato un legale ritenendo che nella decisione governativa ci siano delle contraddizioni e quindi che sussistano margini per spuntarla in sede di giudizio amministrativo. Ma anche a Montebelluna ci sono voci dissenzienti sulla scelta dell’amministrazione comunale. «È stata una decisione di giunta quella di resistere in giudizio – afferma il capogruppo di Alternativa Giusta, Francesco Bortignon – ma si tradurrà in uno spreco di tempo e di soldi da parte del Comune di Montebelluna. Ha pure affidato un incarico da 20 mila euro per aggiornare il proprio piano antenne. Ma piuttosto che sprecare tempo e soldi per resistere in giudizio contro il ricorso fatto contro l’ordinanza che vieta il 5G nel territorio comunale, l’amministrazione comunale dica piuttosto cosa intende fare con le due antenne per telefonia mobile che ci sono nel campo sportivo di Biadene. In quel sito ha progettato di costruire la nuova scuola elementare di Biadene-Pederiva ma non ha chiarito cosa intende fare con quei due ripetitori: li lascia lì anche se sono a ridosso di una futura scuola e fa la sua battaglia solo contro il 5G o intende spostarli? . Questo deve chiarire».
Fronte disomogeneo
Un po’ tutti i Comuni della zona si erano schierati, con ordinanze o delibere, contro l’arrivo della tecnologia 5G, ma adesso si assiste a decisioni opposte di fronte all’arrivo dei ricorsi al Tar contro tale divieto pur se si tratta, nel caso di Montebelluna e di Maser, di amministrazioni comunali dello stesso colore. A dover decidere se seguire l’esempio dell’una o dell’altra saranno via via anche gli altri Comuni della zona che hanno detto di no alla tecnologia telefonica 5G. —
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