«La mia Pro loco fuori dalla politica»

Dall’ex presidente della Pro Loco riceviamo questo intervento, che pubblichiamo.
Mi inserisco nella diatriba sulle dimissioni dell'attuale cda della Pro loco, cercando d’interpretare il rammarico di quanti hanno vissuto, più o meno direttamente, un altro momento storico dell'associazione. Credo di possedere titolo, dopo averne avuto la responsabilità per 22 anni, di ripercorrere quel periodo, per ricordare cos’era e cosa faceva la Pro loco di allora, senza autocelebrazioni, ma solo per un nostalgico amarcord. Qualche anno prima del 1983 si era formato a Castelfranco un gruppo di amici di ispirazione goliardica, il Circo Italia, che dopo un famoso Pesce d'Aprile, un carro mascherato e un Carnevale in piazza, decise di compiere un salto di qualità. Ci iscrivemmo alla Pro loco e, con la forza dei numeri, fummo eletti nel cda della stessa. Incuranti di un disavanzo milionario (in lire) partimmo a testa bassa per un’avventura durata più di vent'anni e la politica, che allora ci accolse con diffidenza prese, poco a poco, ad apprezzarci. Successi come il Carnevale in Piazza con sfilate di maschere e concorsi di carri allegorici, diverse madrine tra cui Sabrina Salerno, Denny Méndez, Martina Colombari, Nilla Pizzi, Wilma De Angelis, Wilma Goich, si susseguirono di anno in anno Inventammo la “Fritola d'oro” ed avemmo ospiti Giovanni Rana e Clemente Mastella mentre un grandioso spettacolo pirotecnico abbinato alla musica, concludeva il Carnevale con una piazza gremita all'inverosimile.
La Festa del Radicchio variegato, un vero ristorante allestito all'interno di un tendone, dove si consumavano piatti elaborati dall'istituto alberghiero, dal ristorante Barbesin, dal ristorante Fior, dal ristorante “da Celeste” di Venegazzù e da Santi catering, fu un altro buon successo. Ospitavamo artisti del varietà come Lino Toffolo e Mario Marenco, cantanti come Rocky Roberts e Memo Remigi e giornalisti del calibro di Gian Antonio Stella. Per la parte gastronomica ci onorarono della loro presenza i gastronomi Giuseppe Maffioli e Giampiero Rorato, chef francesi di Grenoble, il cuoco veronese Gabriele Ferron, famoso per i suoi risotti e Marco Valletta, chef di fama internazionale. Con la Mostra/concorso del miglior Radicchio variegato, la Festa era uno degli appuntamenti dell'anno più attesi. Sempre per celebrare il nostro fiore che si mangia organizzammo una serata all'hotel George V a Parigi e a New York nel ristorante Remi di Manhattan, partecipammo a Uno Mattina con Antonella Clerici, alle Falde del Kilimangiaro, con Licia Colò, a Mattina 2 con Luca Sardella e a Linea verde su Rai Uno. Riguardo all’accoglienza turistica pubblicammo una guida aggiornata della città, una guida in quattro lingue, uno stradario e il Block Notes, un mensile di appuntamenti. Altre iniziative furono: il Premio Città di Castelfranco consegnato al prof. Agostino Traldi, ematologo, il Premio letterario Anna Maria Castellano, la Biciclettata eco/gastronomica, Pedalando, magnar e Magnando, pedalar, la Caccia al tesoro automobilistica, la Befana volante, la Mostra/concorso di Arte grafica, Maggio motori, il Mercatino dell'antiquariato, il Mercatino dei bambini, la Rimpatriata dei Castellani nel mondo, le Gite all’Arena di Verona, la famosa Gita al Redentore, la Mostra della pasticceria in villa Bolasco, il Cinema all'aperto, il Pan e vin, che “affumicò” mezza Castelfranco, la Tombola in piazza e i festeggiamenti nella notte di S. Silvestro per il nuovo Millennio. Per concludere: durante l’arco di vent'anni abbiamo avuto con la politica alti e bassi, come sempre succede quando si svolge un’attività pubblica, ma perché la politica non interferì mai nei nostri programmi? Perché rispettavamo (abbondantemente) quello che lo Statuto prevedeva: l'accoglienza turistica e la valorizzazione del territorio, sempre sostenuti dall'affetto e dall'entusiasmo dei castellani. È stato così anche dopo?
Dino Battistel
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