La maturità di Giada «Ecco la mia sfida alla sindrome Down»

Ha presentato una tesina sui piatti dei cartoni animati «Il mio portafortuna è il bracciale di papà, che non c’è più»
Di Alessandra Vendrame

«Questo esame lo dovevo a me stessa ed è il regalo più bello per il mio papà che non c’è più».

Giada Gennaro, diciannovenne alle prese con la maturità, siede orgogliosa e felice sul banco di scuola, nel giorno della prova orale del suo esame all’istituto alberghiero Alberini.

Davanti ai professori è un fiume di energia bionda, in piena. Ieri mattina le è bastato mettere mano al personal computer per lasciare la commissione d’esame a bocca aperta, con una tesina messa sul piatto dell’ultima interrogazione in un’impeccabile presentazione in Power point dal titolo appetitoso: «Il cibo nei cartoni animati».

Così una ragazza trevigiana di meno di vent’anni ha deciso di giocarsi il tutto per tutto sulla sua genuina passione per lo studio, per non darla vinta alla sua compagna di vita: la sindrome di Down.

Studentessa della quinta C dell’istituto Alberini, Giada si gusta l’esame con il sorriso come fosse una leccornia. Fino all’ultima domanda di un giorno fin troppo importante. Per lei è stato messo a punto un percorso di studio e prove d’esame preparate come “un abito su misura”, previsti per la disabilità.

E a seguirla, passo dopo passo, un’insegnante di sostegno della scuola, Rosamaria Mulè, che fino a ieri si è seduta al suo fianco ogni giorno per aiutarla «a camminare con le sue gambe». In classe nel giorno dell’orale c’è pure mamma Lorena ad ascoltarla, in silenzio. La tesina di Giada è tutta nella testa. Niente la prende in contropiede. Ma la forza di volontà sta invece tutta nel cuore.

Era una bambina di appena 10 anni quando ha perso il padre. A portarglielo via è stato il cancro. E ieri nel suo giorno di scuola più importante, lei porta al polso il suo tesoro. Il braccialetto di papà Renzo.

«Non è solo il mio tesoro, è il mio grande amore», dice chiaro e tondo facendo brillare i suoi occhi azzurri. Ma la vita non sempre toglie. Ieri a fare il tifo per Giada c’erano tutti. Mamma Lorena e il suo compagno Nicola, che insieme hanno seguito tutto il cammino d’esame. Il suo nuovo “fratellone” maggiore, figlio del compagno di mamma.

E poi gli studenti della quinta C, i compagni di classe di Giada, pronti a darle sostegno e a gioire con lei: «Siamo una grande famiglia», dice appena uscita dall’aula come un fiume in piena. Quanto alla tesina oltre alle abilità informatiche Giada non ha mancato di sfornare ricette in perfetto Francese e Inglese. Spulciando tra una girandola di piatti e specialità messi sul piatto proprio dai cartoni animati. La sua stessa idea non se l’è fatta scappare certo l’Expo, che proprio un mese fa ha dedicato un approfondimento sulle specialità culinarie. Finite dritte dalla pentola ai cartoons: «Anche i fumetti mangiano», il titolo del suo originalissimo lavoro. Per Giada però la cucina non è affatto pura fantasia. Ha già il mestiere tra le mani. E da gennaio, finito uno stage, continua a fare pratica due pomeriggi la settimana al bar dell’oratorio di Fontane.

Ma ieri per prendere per la gola i commissari d’esame la vulcanica studentessa ha messo come ciliegina sulla torta la fantasia. Elencando per ogni piatto ingredienti delle ricette. E i principi nutritivi dalla a alla zeta. Cominciando con la Ratouille, tipico piatto provenzale, protagonista dell’omonimo lungometraggio del 2007 della Pixar.

Per proseguire con gli spaghetti alle polpette, piatto forte di “Lilli e il vagabondo”. E il menu continua: la pizza Margherita che fa gola alle tartarughe Ninja, l’apple pie di “Biancaneve e i sette nani”, i biscotti sfiziosi di “Alice nel Paese delle meraviglie, la torta stile nuziale de “La Bella Addormentata nel bosco”, lo stufato nella storia de “La Principessa e il ranocchio”. E infine il pollo arrosto della ricetta magica de “La spada della roccia”.

Con la chiavetta usb della tesina tra le mani per Giada c’è ancora posto per un abbraccio: “Mia mamma ha fatto una figlia bellissima». Un grande successo scolastico per lei, abbracciata dall’amore della sua famiglia e dei suoi compagni di classe.

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