La Marca al voto, il 26 maggio elezioni in 56 Comuni della provincia di Treviso

TREVISO. Sono 56 i Comuni trevigiani che il 26 maggio torneranno alle urne - primo turno di voto insieme alle elezioni europee - per eleggere il sindaco.
Al voto è interessato un bacino di 428.111 residenti nella Marca: 54 amministrazioni comunali sono uscenti, Ponte di Piave torna invece alle urne perché Comune commissariato, infine si vota per dare vita al primo “Comune unico” della Marca, Pieve del Grappa, che fonderà Crespano del Grappa con Paderno del Grappa, Comune questo a cui toccava comunque andare al voto.
Lega più centrodestra sono oggi alla guida di 29 dei Comuni che tornano al voto, anche se i primi cittadini leghisti sono 16 (appoggiati dal centrodestra), mentre sono 13 i sindaci del centrodestra (appoggiati dalla Lega).
Nel centrosinistra invece sono 22 i Comuni a tornare al voto, in testa Mogliano, Preganziol e Vittorio Veneto. Il centrosinistra parte favorito sia a Mogliano che a Preganziol, Vittorio Veneto è invece una partita aperta, anche perché alla fine i candidati sindaco sono ben 5.
Al ballottaggio del 9 giugno - se al primo turno non dovessero vincere candidati sindaco con il 50% più un voto - potranno andare solo i Comuni con più di 15 mila residenti: Mogliano, Preganziol, Vittorio Veneto e Paese.
I seggi saranno aperti domenica 26 maggio 2019 dalle 7 alle 23.
Come si vota. Nei Comuni con più di 15.000 residenti diventa sindaco il candidato che ottiene il 50% più uno dei voti, risultato che può essere raggiunto al primo turno o al ballottaggio. È previsto il voto disgiunto. Nella scheda elettorale sono presenti i nomi dei candidati sindaco con al fianco i simboli delle liste a essi correlate.
Di fianco ai simboli delle liste si trovano delle righe bianche dove è possibile indicare delle preferenze relative a candidati di quella lista. Si possono esprimere al massimo due preferenze per i consiglieri, se si esprime più di una preferenza è obbligatorio che i nomi indicati appartengano a un uomo e una donna, pena annullamento della seconda preferenza. L’indicazione dei nomi dei consiglieri non è obbligatoria.
Si può votare con un solo segno sul nome del candidato sindaco, con un solo segno su di una lista legata al candidato; con due segni, uno sul nome del candidato e l’altro su una lista a lei/lui collegata; con due segni, uno sul nome del candidato e l’altro su una lista non collegata (voto disgiunto).
Se nessun candidato ottiene la maggioranza assoluta si torna a votare al ballottaggio, due settimane dopo, indicando una preferenza tra i due candidati più votati durante il primo turno. Nei piccoli Comuni invece viene eletto sindaco il candidato che ottiene il numero maggiore di voti.
Se il Comune ha una popolazione tra i 5 e i 15 mila residenti, si possono esprimere due preferenze per i consiglieri comunali (sempre considerando l’obbligatoria alternanza di genere), mentre se il Comune è sotto i 5 mila residenti si può esprimere una sola preferenza.
A differenza di quanto avviene per i grandi Comuni, non è possibile il voto disgiunto. Si vota con un segno sul nome del candidato sindaco, con un segno sulla lista collegata al candidato sindaco; con due segni, uno sul nome del candidato e l’altro sulla lista correlata.
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