La guerra di «Peo» finisce in tribunale

VITTORIO VENETO. E’ una vera e propria «guerra di Peo» quella che si sta combattendo in città per il possesso del nome della storica osteria cittadina, punto di ritrovo per i vittoriesi e non. Ieri si è conclusa la prima battaglia con l’«ammaina-insegna» da parte del locale che occupa l’ex ospedale.
La disputa riguarda dunque l’uso del nome «Da Peo» che per anni ha identificato il caratteristico e frequentatissimo locale di Serravalle, attualmente chiuso. Da una parte c’è la società che gestiva l’osteria in questione e che rivendica la «proprietà» del marchio, dall’altra c’è invece l’ex gestore Paola Fiorentelli che due anni fa ha aperto il locale all’ex distretto chiamandolo «L’altro Peo».
Un vero e proprio affronto per i titolari del vecchio «Da Peo» che hanno avviato un contenzioso invitando Fiorentelli a cambiare il nome. Di Peo, partigiano e pittore, ce n’è uno solo in città: l’altro è solo un tarocco. Questa, in sostanza, la loro rivendicazione. Una tutela proiettata probabilmente anche la futuro:non è escluso, infatti, che un giorno il locale sotto i portici riapra usando il suo nome-
Ma non basta: da quel contrasto con l’ex gestore è nata anche una causa civile tra gli stessi soci del «vero» Peo, Elena Breda e Giuliano Varnier: lei accusa lui, che è poi l’amministratore della società, di non essersi attivato concretamente per difendere con forza la titolarità dello storico marchio. Ieri mattina in tribunale a Treviso c’è stata, al riguardo, una udienza: il giudice si è riservato la decisione in merito alla controversia. Insomma, è battaglia aperta sul nome di Peo. Un contrasto acceso che si spiega non solo con il successo del locale, ma anche con la popolarità dello storico personaggio, rimasto per sempre nel cuore dei vittoriesi.
Ieri mattina in città si è conclusa la prima battaglia di quella che si preannuncia però come una guerra di lunga durata: i vittoriesi hanno assistito infatti all’ammaina-insegna dal locale della Florentelli: via la scritta «L’altro Peo» che tanti contrasti ha generato nel corso di questi mesi in città. Pace fatta, dunque, con il riconoscimento che di Peo ce n’è solo uno ? Forse.
Il dubbio, però, è legittimo. Perché Paola Florentelli ha rinunciato sì all’«altro», accettando la diffida della proprietà, ma ha rilanciato con un «Semprequeo». Il passaggio da «L’altro Peo», a «Semprequeo» più che una resa suona una nuova offensiva. Che potrebbe riaprire il contenzioso, rendendolo se possibile ancora più aspro. L’estate dei locali vittoriesi si preannuncia dunque molto vivace. Una guerra in nome di Peo.
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