La Gastronomia Genovese chiude dopo cent’anni

CASTELFRANCO. La data precisa non è stata fissata, ma la decisione è ormai presa: la gastronomia Genovese chiude i battenti. Nessun problema di carattere economico, piuttosto l'impossibilità di dare continuità a una impresa commerciale che può vantare un secolo di vita e che nella città di Giorgione è una istituzione. Genovese è “la” gastronomia per eccellenza, con una clientela affezionatissima, di cui soddisfa ogni esigenza, con una professionalità impeccabile. Solo a pochissimi clienti i titolari avevano espresso questa intenzione, ma poi la voce ha cominciato a diffondersi. «Non abbiamo ancora fissato un giorno, ne parleremo tra qualche tempo», dicono Lino Rigon e Lucio Alessio, 61 anni il primo, 62 il secondo, come sempre indaffarati con i clienti soprattutto in questi giorni di intensa attività, «ma la volontà di chiudere c’è. Oltre alle attuali difficoltà comuni al settore del commercio, come i costi troppo elevati per continuare a gestire l'attività, ci sono anche valutazioni personali che riguardano il futuro di questa azienda. Continuerà ad esistere Genovese? Difficile dirlo, i tempi purtroppo non sembrano propizi». Il negozio era stato avviato un secolo fa da Aldo Genovese, che gli diede il nome. Poi nel 1982, quando il negozio era ancora in corso 29 Aprile vicino al Caffè di Mezzo, era stata rilevata da Rino Guidolin, il papà di mister Francesco, ora supervisore tecnico di Udinese, Granada e Watford. Nel 1988 arrivano Lino e Lucio, insieme a Claudio Bettetto, andato in pensione due anni fa. Nel frattempo il trasferimento nell'attuale sede all'inizio di via San Pio X. Da decenni è un punto di riferimento per il settore alimentare: prodotti di primissima scelta, spesso molto particolari, piatti pronti di qualità fatti in casa ma soprattutto una grande esperienza nel servire la clientela, con il consiglio giusto per ogni occasione. Insomma una tappa obbligata per gli amanti della buona tavola, che ora si sta avviando verso la chiusura. Purtroppo non è l'unico esercizio storico a mettere la parola fine. Pochi metri più in là anche il negozio di antiquariato “Il Melograno” si prepara a chiudere come dicono i cartelli in vetrina annunciando la vendita promozionale fino al 31 dicembre per cessata attività. E altri negozi del centro storico stanno meditando la stessa decisione. «A una concreta contrazionedei sonsumi», dice il presidente dell’Ascom Pierluigi Sartorello, «corrisponde anche un generale aumento dei canoni d'affitto, che lima ancora di più i margini di guadagno. Sicuramente un intervento su questo capitolo di spesa, ovvero evitare gli aumenti dell'affitto, potrebbe far soprassedere alla decisione di chiudere: ma bisognerebbe capire anche che il commercio è un "ingrediente" fondamentale per mantenere vivo un centro storico».
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