La disavventura del manager di Treviso:«Sfrattato dall’aereo prenotato Non volerò più con Alitalia»

TREVISO. «Mai una compagnia di bandiera chiude l’imbarco a un suo passeggero regolarmente registrato: Alitalia lo ha fatto, con me e altri 10 passeggeri. Una cosa pazzesca: non volerò più con Alitalia, chi tratta così i suoi clienti deve fallire».
Mauro Stocchi, trevigiano, chief business officer (CBO) di Stevanato group, ancora non si capacita. Definisce un «incubo» quanto gli è successo a Fiumicino al suo rientro dagli Usa – l’azienda di Piombino Dese ha 5 stabilimenti nel mondo – e ha scritto una lunga lettera per narrare la disavventura, che ha dell’incredibile.
«Torno dagli States, biglietto Alitalia in business e tessera sky priority che prevede prelazioni in caso di overbooking , a New York il pomeriggio del venerdì rientro per Roma, poi sabato ho il Roma-Venezia delle 9,25», scrive, «atterrando alle 8,30 a Fiumicino non ho molto margine, ma penso di farcela, avendo solo il bagaglio a mano.
E invece comincia l’incubo: già le porte dell’aereo non si aprono, e scattano 10 minuti di estenuante attesa con lo steward che scusandosi informa o i passeggeri che le porte non possono essere aperte perché nel finger all’esterno non c’è ancora nessuno…e, c’è una dipendente con un cartello “Venezia” a cui chiedo il gate e mi risponde “non si preoccupi, è stato riprotetto sul volo delle 14:25”. Sbalordito, non capisco, corro verso il controllo passaporti.
Alle 9,05 sono al gate di imbarco per Venezia, una trentina di persone devono ancora imbarcarsi, sfrutto la corsia “sky priority”, consegno il boarding pass, l’addetto mi dice: “il suo posto non c’è più, è stato venduto a qualcuno in waiting list”. Intanto vedo che le 30 persone si imbarcano tranquillamente, protesto, faccio presente che vengo da un volo Alitalia, in business, che ho la carta priority..…Non serve a nulla, mi chiudono l’imbarco in faccia. Mai avevo perso un volo su cui ero regolarmente registrato…Ma non è finita: al banco Alitalia scopro che altre 10 persone sbarcate da voli intercontinentali, chi da Hong Kong chi da New York, sono state trattate così. Una cosa folle».
Stocchi conclude amaro: «Capite perché Alitalia sta fallendo? Ho chiesto di parlare con il direttore operations Alitalia, devo urlare per essere ascoltato: finalmente mi ci accompagnano, e mi dice “Effettivamente ha ragion, ma è stato il commerciale, noi siamo ingranaggi di un sistema, non si può far niente. Ma è possibile che frequent flyer inferociti per il trattamento ricevuto, non ricevano alcuna spiegazione e debbano alla fine s travolgere gli impegni della loro giornata? Pazzesco».
L’auspicio di Stocchi è che «Alitalia possa trovare un socio forte, un socio che entrando riesca a dare un impronta di serietà e correttezza a questa organizzazione che invece di pensare al cliente e di avere il cliente al centro delle proprie azioni probabilmente pensa di essere invulnerabile, di potersi sottrarre alle leggi di mercato e concorrenza, e di sopravvivere grazie agli appoggi politici e all’aumento dell’indebitamento che ciascuno di noi cittadini purtroppo deve contribuire a sostenere».
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