Incidente di Motta, seconda tragedia: morto anche il patrigno di Kevin
Zdravko Subotic, classe 1982, si è tolto la vita martedì 15 luglio in serata, a poche ore dall’incidente in cui ha perso la vita il 22enne, Kevin Anghele. L’uomo non ha lasciato messaggi alla famiglia

Non sarebbe riuscito a sopportare la morte di Kevin e, così, si è consumata una tragedia nella tragedia. Zdravko Subotic, classe 1982, patrigno di Kevin Anghele, morto martedì mattina 15 luglio in un incidente stradale a Motta di Livenza, si è tolto la vita ieri sera, a poche ore dall’incidente, nella propria casa a Oderzo.
A trovarlo è stata la mamma di Kevin che, davanti all’atroce scoperta, è riuscita a chiamare i soccorsi. Inutili, perché l’uomo era già morto. Sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco e i carabinieri. Subotic bosniaco residente in Italia, non ha lasciato alcun messaggio per la famiglia.
Le ragioni del gesto si suppone siano legate alla morte del 22enne. Sarebbe stato molto legato a Kevin, nonostante in passato ci sarebbero stati alcuni litigi in famiglia che avrebbero portato il giovane ad allontanarsi dalla casa materna di Oderzo. Il ragazzo recentemente si era trasferito a Pordenone, ospite di un amico, estraneo alla vicenda. Secondo alcune indiscrezioni l’uomo non avrebbe retto al dolore per la perdita del ragazzo.
La dinamica dell’incidente
Martedì 15 luglio poco prima delle 8, via Corrado Gini a Motta, non molto distante dal cimitero del paese, all'altezza della curva nei pressi del ristorante Gallo Matto, è stata cornice di un drammatico incidente stradale. Anghele, al volante della sua Alfa Romeo Brera, si è dato alla fuga alla vista dei carabinieri. Il ragazzo guidava senza patente, che gli era stata revocata a dicembre 2024 per guida in stato di ebbrezza, e trasportava circa 900 grammi di hashish e quattro sacchetti di marijuana.
Una pattuglia dell'Arma era ferma a bordo carreggiata, impegnata in un posto di blocco.
Alla vista dei militari, il ragazzo ha improvvisamente accelerato, spingendo la sua auto ad una velocità elevatissima. I carabinieri, pur avendo riconosciuto il conducente – già noto alle forze dell'ordine per alcune segnalazioni amministrative – hanno scelto di non lanciarsi all'inseguimento, preferendo allertare la centrale operativa per monitorare la situazione in sicurezza.
Dopo poche centinaia di metri, in un tratto rettilineo, il ragazzo ha perso il controllo del mezzo. L'auto si è ribaltata più volte, schiantandosi contro un platano a bordo della strada. L'impatto è stato talmente violento che la Alfa Romeo Brera si è letteralmente spezzata in due. I rottami si sono disseminati ovunque: pezzi di lamiera, paraurti, vetri, finiti a decine di metri di distanza. Tra i detriti sono stati rivenuti la droga e bilancini dispersi sull'asfalto, fuoriusciti dal mezzo durante il ribaltamento.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso