La corsa ritarda, la Mom di Treviso censura l’autista

TREVISO. Un provvedimento disciplinare dall’azienda per essere arrivato in ritardo alla fermata. Un richiamo formale, ufficiale, primo grado di un processo sanzionatorio che si costruisce su precedenti a danno del dipendente.
Succede alla Mom, dove la vicenda ha scatenato una durissima contestazione da parte del sindacato, la Uil, che assiste l’autista finito due giorni fa a confronto con i rappresentanti legali dell’azienda di trasporto pubblico provinciale negli uffici del lavoro in Provincia.
Ad alzare la tensione il fatto che tutto avvenga nelle settimane in cui si sta pianificando l’installazione in tutte le corriere e gli autobus della sua flotta del nuovo sistema di telecontrollo degli autisti, un sistema che permetterà ad un cervellone centrale di valutare le singole guide e georeferenziare secondo per secondo ogni singolo mezzo ed autista evidenziando chi non si attiene e regole e comportamenti «che mirano a ridurre i consumi e l’usura» spiega Mom, ma anche a garantire e controllare la puntualità.
La vicenda venuta alla luce ieri già scoppia di per se stessa, perchè il sindacato, e molti dipendenti della società di trasporto pubblico, non accettano «un simile trattamento», che qualcuno non esita a chiamare «intimidazione», anche perchè privo «di un reale aggancio con la realtà, o di responsabilità dirette del singolo autista» richiamato dalla Mom.
Cos’è successo? L’autista censurato dalla Mom era entrato in servizio alle 6.40 con una corsa che da Treviso doveva arrivare ai laghetti di Conscio; da lì, passando per Casale sul Sile doveva tornare in città, fare il giro del Put, arrivare all’autostazione di Lungosile Mattei e ripartire alle 7.30 per Vittorio Veneto. Un percorso non lungo, ,ma non certo facile soprattutto in un giorno lavorativo, con le scuole aperte, e il put che alle 7.15 già diventa problematico.
Risultato? L’autista non è riuscito ad arrivare in tempo al traguardo dell’autostazione, ma vi è arrivato con almeno 10 minuti di ritardo, e da lì ha accumulato altri minuti a casa del traffico lungo il percorso per Vittorio. E partita una segnalazione e l’azienda, verificando che il ritardo c’era stato, ha fatto partire la censura che ha scatenato la protesta del sindacato. «Quella linea è stata più volte oggetto di nostre rimostranze, è soggetta ad una tempistica impossibile da rispettare» attacca Fabrizio Zanin della Uil trasporti.
Pare addirittura che nelle settimane scorse, proprio a seguito di ritardi registrati sulla tratta, a bordo di una delle corriere sia salito anche un ispettore dell’azienda per capire cosa non andasse. «È inaccettabile che venga punito un dipendente per non aver rispettato un orario se non vi è alcuna negligenza, ma solo una ovvia e incontestabile difficoltà operativa» prosegue la Uil che accusa: «È Mom ad aver sbagliato la programmazione, è l’azienda a non volersi rendere conto che quel giro, in quei tempi, è impossibile».
Ma poi il sindacato e i lavoratori alzano l’asticella puntando sull’operato della società, e sul direttore Rossi contro il quale era stato indetto uno sciopero nelle scorse settimane, che «è disposta a tutto pur di tagliare i costi, anche se questo vuol dire imporre di correre di più».
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