«Io, multato di settecento euro per aver mangiato un gelato»

CASIER. «Ho sconfinato in bicicletta dal mio comune di residenza per 400 metri per andare a prendere un gelato. Per questo grave crimine sono stato multato per 700 euro. Vi rendete conto? Di questi tempi, con i problemi che ci sono?». A raccontare la sua disavventura, avvenuta nel primo pomeriggio di domenica, è l’imprenditore di Casale sul Sile Paolo Bacchin, 58 anni, uno dei soci della Face, un’azienda di Casier che produce porte automatiche. Una pattuglia di vigili urbani l’ha trovato mentre consumava un gelato a Dosson. «Ero seduto su una panchina, con guanti e mascherina, quando sono stato avvicinato da una pattuglia di agenti della polizia locale che mi hanno contestato la violazione del decreto sul Covid-19. Di fronte alla mia pacifica richiesta di buon senso e umanità, gli agenti non hanno per nulla considerato l’ipotesi che potesse essere civilmente e umanamente possibile invitarmi a tornare nel mio comune di residenza e dirmi soltanto che è proibito mangiare un gelato in un luogo pubblico, ma hanno preferito passare alla punizione».
Bacchin, che come imprenditore in questo periodo sta affrontando problemi seri come quello di salvare la propria azienda e il posto di lavoro dei suoi dipendenti, parla di un’umiliazione non meritata. «Considerando - spiega - che come tutte le persone di buonsenso rispetto scrupolosamente le leggi, questo tipo di comportamento da parte delle istituzioni è avvilente. Chi ricopre un ruolo come quello della polizia locale ha la responsabilità di impedire che il comportamento di chi è a contatto con la popolazione porti all’innalzamento di un muro che isolerà sempre di più le istituzioni, facendosi odiare dal popolo in un momento storico “esplosivo” con milioni di persone che sono ridotte in miseria, per menon può che portare a catastrofici disordini sociali».
Bacchin precisa di essere stato multato non solo per essersi allontanato senza giustificato motivo dal luogo di residenza ma anche per aver consumato il gelato in una panchina invece di portarselo a casa. «A mio giudizio - conclude - i vigili hanno escluso qualsiasi valutazione di buon senso. Come tutti, in questo tragico periodo sto vivendo professionalmente e umanamente un momento molto difficile. Di notte non dormo se penso ai miei 20 operai in cassa integrazione a 900 euro al mese con una famiglia da mantenere. La nostra azienda è ripartita con solo il 20 per cento degli ordini che avevamo prima della chiusura. Ciò significa che abbiamo perso l’80 per cento degli ordini. Dobbiamo reindebitarci per andare avanti come se dovessimo partire da zero e senza che qualcuno ci regali i soldi o condizioni favorevoli. E le istituzioni cosa fanno? Ci umiliano? Sia chiaro che so bene cosa sia il Covid e le conseguenze che ne comporta visto che ho sposato un’infermiera».
Da parte sua il comandante della polizia locale di Casier e Preganziol, Rudi Sottana, precisa che la sanzione è di 400 euro. «Non mi addentro nel merito della polemica. Dico solo che la pattuglia non era di Casier ma di un comune a noi consorziato e che è stata inflitta un sanzione perché la persona si trovava fuori dal comune di residenza senza giustificato motivo. Sono le regole».
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