«Io integralista, ma quando mai? Costretto a dormire per strada»

Parla il ventenne allontanato da casa su decisione del giudice «Le accuse di maltrattamenti a madre e sorelle: un’invenzione» 

LO SFOGO

«Io estremista islamico? Io radicalizzato a seguito di cattive frequentazioni? Qualcuno ha voluto mettere in giro questa voce assurda e l’ha amplificata: ma stiamo scherzando? Io sono un credente come molti altri. Sono cresciuto qui in Italia, ho fatto le scuole qui: la fede religiosa me l’ha trasmessa mia madre, islamica appunto. Poi non è che io sia particolarmente fervente....». Il ventenne marocchino allontanato dall’abitazione materna perché accusato di maltrattamenti alla madre e alle due sorelle non ci sta. «Qualcuno vuole sbattere il mostro in prima pagina a tutti i costi, è un gioco sporco sulla mia pelle: vogliono farmi passare per un mezzo terrorista? Ma sono impazziti tutti?».

Secondo il ventenne allontanato da casa su decisione del giudice delle indagini preliminari, le violenze sarebbero tutta un’invenzione della madre e delle sorelle. E a causa di quelle accuse «io adesso dormo per strada. Ma quali parenti, ma quale sistemazione alternativa? Io a 20 anni mi ritrovo a dormire per la strada in centro a Castelfranco, questa è la verità».

Eppure le accuse di maltrattamenti in famiglia sono agli atti: «Un giorno ho cercato mia sorella e l’ho trovata al bar ubriaca: tutti si prendevano gioco di lei, la sbeffeggiavano. Le ho detto di tornare a casa con me, l’ho invitata a seguirmi. Ma lei, che era ubriaca, mi insultava. Tutto qui. Non è vero che l’ho tirata per i capelli e l’ho sbattuta a terra. Non è una questione di credo religioso, era mia sorella ubriaca... Ho parlato con lei, finché l’ho convinta».

Già, ma perché anche sua madre la accusa di violenza? Non sono accuse che una madre fa a cuor leggero. «Ho fatto una stagione come aiuto cuoco: mi hanno messo in regola per 4 ore al giorno e ne lavoravo 12. Ho fatto 6 mesi senza neanche un giorno di riposo. Ho detto: io lì non ci torno. Ma mia madre voleva che tornassi a lavorare in quel posto e si è arrabbiata». Altro? «Sono stato bocciato a 18 anni, mia madre per punizione mi ha mandato due anni in Marocco da parenti e così ho perso la possibilità di avere la cittadinanza italiana. Sono tornato e non mi vuole più». —

A.A.

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