Insulta una donna al volante: condannato

CASALE. Insultare una donna per la sua presunta incapacità al volante è costato ieri a un 31enne residente a Mestre una condanna a 5 mesi. Lei aveva bruscamente inchiodato per evitare un tamponamento, lui per un pelo non aveva centrato la sua auto. Ma a quel punto il sangue gli era andato alla testa, era sceso dalla sua macchina e aveva iniziato ad inveire contro di lei, minacciandola pesantemente, prima di risalire in macchina e ripartire. Grazie alla memoria della donna, in grado di ricordare il numero di targa di quella Range Rover, l’uomo era stato identificato e denunciato. Ieri mattina si è celebrato il processo: per i reati di violenza privata, ingiurie e minacce il 31enne ha rimediato una condanna a cinque mesi di reclusione, pena sospesa. La donna viaggiava davanti all’imputato tra Casale e Mogliano Veneto.
A quel punto avrebbe frenato bruscamente, per evitare l’impatto con l’auto che la precedeva. Il 31enne per questo avrebbe rischiato di tamponarla: aveva anche lui prontamente frenato per evitare l’impatto. Evitare l’incidente però non gli era bastato. A quel punto infatti secondo quanto riportato sul capo di imputazione, il 31enne sarebbe sceso dall’auto e avrebbe aggredito verbalmente la donna, offendendola pesantemente e minacciandola. «Imbranata, io ti spacco la faccia», sarebbe stata la frase più “gentile” pronunciata dall’uomo. A quel punto era risalito in auto, aveva messo in moto e se ne era andato. La vittima però era riuscita a prendere il numero di targa e lo aveva denunciato. La donna, 40 anni aveva presentato denuncia ai carabinieri di Casale. Grazie a successivi controlli erano riusciti a risalire al proprietario dell’auto. Da un successivo accertamento nel registro dei controlli stradali era emerso che quando l’auto era stata fermata in passato alla guida c’era proprio lui. Hanno quindi sottoposto la vittima a un riconoscimento fotografico: la donna aveva quindi riconosciuto quell’uomo che l’aveva insultata solo per aver premuto sul freno all’improvviso.
Chiuse le indagini, l’uomo è stato rinviato a giudizio per l’accusa di violenza privata, ingiurie e minacce. Ieri il processo è stato celebrato in aula. Tra le testimonianze anche quelle della vittima, che si è costituita parte civile rappresentata dall’avvocato Stefania Pattarello. Ieri mattina il giudice monocratico del tribunale di Treviso ha condannato il guidatore nervoso: l’uomo, per l’episodio di marzo 2012, è stato condannato a cinque mesi di reclusione, pena sospesa. Di sicuro la prossima volta ci penserà due volte prima di contestare la guida di una donna al volante.
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