Ingegneri, architetti e prof «Noi contadini super bio»

CASTELFRANCO. Un esercito o meglio, visti i numeri, per ora un manipolo destinato a conquistare il verde cittadino. Sono medici, architetti, ingegneri, geometri, insegnanti, autisti, operai, operatori ecologici e anche disoccupati con il pollice “bio”. Tutti soci dell’associazione Permacultura “La Castellana”, formalmente costituita il 22 settembre 2015, ma che ha raccolto i primi... ortaggi la scorsa estate. Coltivano diecimila metri quatrati di terreno avuti in affitto dal Comune per dieci anni in via Lovara, nell’area un tempo occupata dagli studenti dell’istituto agrario Sartor e ora divisa tra loro, gli apicoltori e i titolari degli orti urbani. Per far crescere incredibili zucchine, succulenti pomidoro e splendidi radicchi, a seconda delle stagioni, non usano fertilizzanti nè diserbanti. «Solo la forza delle braccia», assicura il loro portavoce, Davide Zanetto. Ventinove soci, presieduti da Daniele Zanetti, che si ritrovano nei fine settimana per dedicarsi a questa agricoltura super “bio”. «Il metodo Permacultura», spiega Zanetto, «è nato nel 1970». A teorizzarlo, in Australia, furono Bill Mollison e David Holmgren. «La Permacultura o cultura permanente», aggiunge Zanetto, «consiste in un sistema di progettazione per la creazione di ecosistemi alimentari sostenibili e duraturi attraverso l’utilizzo delle componenti di un paesaggio (clima, vegetazione, acqua, animali, ...)». Il progetto castellano è molto ambizioso e, per estensione, è il primo in Italia. La teoria si traduce nella pratica con la coltivazione di ortaggi sui cosiddetti letti di crescita o lasagne: si stende uno strato di ramaglie e foglie secche, vi si appoggia il terriccio nel quale si seminano le verdure. Vietato togliere le erbacce, vietato diserbare, vietato fertilizzare se non con concimi naturali prodotti in loco dalle galline, ad esempio. Tutto super naturale. E il raccolto 2016 è stato molto ricco. «Addirittura in eccedenza rispetto alle previsioni», confessa Zanetto, «i prodotti sono stati divisi equamente tra soci e conoscenti». Ottima la produzione di zucchine. Minori soddisfazioni sono arrivate dai finocchi, “condannati” dalle gelate. I progetti per il 2017 sono già in cantiere. «Aumenteremo i letti di crescita», dettagliano i soci, «metteremo la recinzione al pollaio con annesse casette per le galline, pianteremo la foodforest cioè un bioparco alimentare con alberi perenni e da frutto. E ancora delimiteremo lo stagno per le anatre e la serra a uso semenzaio».
L’azione di questi professionisti con il pollice verde non si limita al lavoro della terra, per il quale si ritrovano d’inverno soprattutto nel fine settimana e d’estate ogni sera per l’irrigazione. Ma si amplia al diffondere la loro cultura di salvaguardia dell’ambiente. Programmano incontri con scuole e con altre associazioni per illustrare il loro verbo green. Fuori la politica e spazio solo a chi ama e rispetta la natura. Nel gruppo nessuna donna. Non ancora, ma non c’è alcuna preclusione. Anzi. Il mondo rosa per ora tifa da fuori... campo. Magari interviene per la raccolta e per il consumo. «Nostro obiettivo è anche aumentare il numero dei soci. Chi vuole entrare nel nostro gruppo può raggiungerci via mail all’indirizzo permaculturacastellana@gmail.com». Nel futuro anche l’attivazione della lombricoltura e l’estensione dell’area coltivata con gli altri settemila metri quadrati offerti dal Comune, a cui il progetto è piaciuto. E non poco.
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