Indirizzo economico per Giurisprudenza

Treviso, nuovo progetto dell'ateneo contro il calo degli iscritti. "Esami come Commercio internazionale invertiranno la tendenza" 

TREVISO. Per arginare il progressivo calo delle iscrizioni il corso di Giurisprudenza di Treviso, che si tiene nella sede del San Leonardo di proprietà di Fondazione Cassamarca, verrà rivoluzionato già a partire dall’anno accademico 2017-18: non sfocerà più, come oggi, in una tradizionale laurea in legge ma, grazie a una serie di nuovi esami, sfornerà legali esperti in materie economiche come commercio internazionale. Diventerà insomma un corso di studi più specializzato, sul modello di quello già attivo, con successo, a Trento.

Il progetto verrà illustrato giovedì ai vertici di Fondazione Cassamarca, che dopo secoli ha riportato l’università a Treviso per volere del suo presidente, Dino De Poli.

Insomma, attraverso la specializzazione - come sta già facendo l’università di Venezia, sempre a Treviso - l’università di Padova cercherà di invertire una tendenza che, all’ateneo di Giurisprudenza di Treviso, ha visto gli scritti scendere dai 1.449 del 2010 agli 837 dell’ultimo anno accademico. A seguire il progetto di rilancio, tra gli altri, il prorettore dell’università di Padova Tomaso Patarnello.

Patarnello, Giurisprudenza a Treviso sta insomma per cambiare pelle.

«Sì, contiamo di partire già il prossimo autunno. È stata la stessa Fondazione Cassamarca a chiederci un rilancio del corso di studi. Dal prossimo anno accademico quindi Giurisprudenza a Treviso sarà indipendente da Giurisprudenza a Padova, appunto attraverso l’introduzione di una serie di nuovi crediti volti a specializzare gli studenti nel campo della giurisprudenza applicata al mondo economico. Ma attenzione: se un giovane vorrà studiare Giurisprudenza per diventare avvocato o magistrato, potrà comunque farlo ancora a Treviso, non dovrà per forza di cose spostarsi all’ateneo di Padova. Però, con questa ristrutturazione, Treviso non sarà più il doppione di Padova».

Un nuovo corso di studi più internazionale.

«Con corsi di diritto su materie come commercio internazionale, agroalimentare e così via, crediti specifici per rilanciare Legge con un taglio più moderno, in sinergia anche con Unindustria Treviso, che è la seconda associazione industriali più importante d’Italia. Insomma: in una terra comunque ancora così forte economicamente come la Marca, ci voleva un corso di studi così».

È quasi tutto pronto.

«Il progetto sì e lo illustriamo a giorni a Fondazione Cassamarca. Tra le condizioni che mettiamo per un corso così prestigioso, però, il fatto che la sede sia altrettanto prestigiosa come il San Leonardo».

Insomma, per il momento non intendete spostarvi all’Appiani, anche se Fondazione lo vorrebbe, visti i costi di gestione del San Leonardo. Il sindaco Giovanni Manildo sarà comunque contento: lui vuole che l’università resti in centro storico.

«Restiamo in centro, l’ipotesi Appiani prenderebbe piede solo con un forte aumento di iscritti rispetto ad oggi. Ma sottolineo: gli iscritti a Giurisprudenza “tradizionale” a Treviso sono calati perché, in tutta Italia, c’è un calo del 20 per cento di questo indirizzo».

Da qui la necessità di ristrutturazione.

«Esatto. Dopo il via libera di Fondazione il progetto verrà spedito il prossimo 8 febbraio per il nullaosta al ministero competente. Ripeto: siamo pronti a partire già da settembre».

Insomma, volete creare una sorta di Bocconi a Treviso.

«Non abbiamo bisogno di certi paragoni: Padova è il primo ateneo d’Italia. E quindi non abbiamo bisogno di imitare nessuno, nemmeno la Bocconi. Ma un preciso obiettivo lo abbiamo».

Qual è?

«Contrariamente ad oggi, Giurisprudenza a Treviso deve attrarre studenti non solo da fuori provincia, ma anche da fuori regione. Solo così si è, o si diventa, una grande università».

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