In moto contro un’auto: muore papà

Quarantasette anni, stava andando al lavoro: inutile la frenata per evitare l’impatto con la vettura. Lascia moglie e tre figli
Di Diego Bortolotto
DeMarchi Mansuè incidente mortale iv via Per Oderzo
DeMarchi Mansuè incidente mortale iv via Per Oderzo

Operaio, padre di tre figli, muore in moto appena partito da casa. Luigino Isola, 47 anni quella strada, da via Vizzola di Mansuè a Villanova di Prata dove lavorava nel mobilificio Santarossa, l'aveva fatta centinaia di volte. Ieri verso le 13 stava percorrendola provinciale Opitergina con la sua Cagiva, quando in un tratto di pieno rettilineo in via Per Oderzo si è trovato di fronte un'auto che usciva da una stradina laterale. È stato come avere davanti un muro. L'operaio ha cercato una frenata disperata, sull'asfalto è rimasto il segno dello pneumatico per una quindicina di metri. Ma ha perso il controllo della moto ed è stato inevitabile l'impatto con la Nissan Micra. Al volante dell'auto una quarantunenne che stava uscendo dal vialetto di casa e che si stava immettendo sulla provinciale. Il motociclista era cosciente dopo l'impatto, in un primo momento non sembrava in pericolo di vita. «Non riesco a respirare», si lamentava quando per primi a soccorrerlo sono arrivati gli abitanti della zona. Isola è stato sbalzato dalla sella e la sua Cagiva dalla parte sinistra è finita contro la portiera del guidatore. Sulla vettura sono rimasti i segni rossi del colore della motocicletta. Immediata la chiamata al 118. Il Suem ha richiesto l'intervento anche dell'elisoccorso. «Ho preso un ombrello per ripararlo dal caldo in attesa dell'arrivo dell'ambulanza», racconta un residente, «diceva che non riusciva a respirare». Luigino Isola sembrava aver riportato qualche frattura, ma non in fin di vita quando sono stati allertati i primi soccorsi. L'impatto era stato violento, ma non tale da provocare una morte istantanea. Dopo alcuni minuti però il quadro clinico è precipitato e l'operaio non ha più ripreso conoscenza. Intubato, è stato trasferito d'urgenza in elicottero al Ca' Foncello di Treviso. I medici hanno tentato di tutto per rianimarlo, ma è spirato poco dopo il suo arrivo in ospedale. A stroncarlo è stata le lesioni interne. Distrutti dal dolore, lì nel pomeriggio si sono precipitati i suoi familiari, la moglie Fiorella e il fratello che abita nella villetta di fianco alla sua. Luigino Isola risiedeva in via Vizzola, con la sua compagna e tre figlie, due gemelle e un maschio, nella casa che era stata dei suoi genitori. Tre mesi fa aveva perso il padre. Lavorava al mobilificio Santarossa di Villanova di Prata, era nipote di uno dei titolari.La sua tragica scomparsa ha destato profondo cordoglio a Mansuè e ci si interroga sulla pericolosità della provinciale che collega Oderzo a Pordenone, già teatro di incidenti mortali. Nel settembre 2011, a poche decine di metri di distanza dall'incidente avvenuto ieri, era deceduto un altro centauro nello scontro con un'auto. Lucian Garbia aveva solamente 21 anni, rumeno, si era stabilito a Mansuè dove lavorava in una ditta. Già all'epoca era scattato l'ennesimo appello dei residenti per mettere in sicurezza quella strada. Lo scorso anno si erano verificati altri due sinistri che avevano visto il ferimento di altrettanti motociclisti. Giovedì 2 maggio lungo la stessa provinciale Opitergina si era verificata una carambola tra un camion e alcune auto che aveva portato al ferimento di 6 persone.

Nonostante le diverse rotatorie che sono state realizzate, rimangono ancora incroci pericolosi e a rischio. E da ieri purtroppo un'altra croce da piantare, un papà e un lavoratore da piangere. Conosciutissimo soprattutto nel Pordenonese, dove oltre a lavorare, era uno dei volontari della Pro Loco.

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