In manette la “Banda Bassotti”

Blitz all’alba dei carabinieri, i malviventi si erano introdotti alle Poste di S. Biagio in attesa del direttore
Una banda di cinque rapinatori, “in trasferta” nel Nord Est, è stata sgominata grazie a una brillante operazione (denominata “Banda Bassotti”) dei carabinieri del comando provinciale di Pordenone, che ha coronato un’attività investigativa, coordinata dalla Procura, partita dopo la rapina all’ufficio postale di Casarsa dello scorso 31 dicembre che aveva fruttato un bottino di 100 mila euro.


In carcere, per concorso in tentata rapina aggravata e ricettazione, sono finiti i fratelli Antonio e Lorenzo Boccadamo, 48 e 55 anni, Damiano Andriulo, 37 anni, Gervasio Del Monte, 51 anni, Simone Giordano, 39 anni. I primi quattro sono brindisini, Giordano è di Carignano (Torino). Tutti con precedenti di polizia.


L’arresto ieri mattina. Il blitz è infatti scattato a San Biagio di Callalta. È qui che le indagini hanno condotto i carabinieri di Pordenone, pronti a intervenire per cogliere in flagranza i rapinatori prima che mettessero a segno il nuovo colpo. Nel mirino un ufficio postale, il loro obiettivo preferito secondo quanto emerso dal lavoro investigativo dei carabinieri. Erano le 6.45 quando i carabinieri hanno completato il loro silenzioso dispiegamento attorno all’ufficio postale di Olmi. Gli spostamenti dei cinque erano seguiti da tempo. I carabinieri li hanno seguiti con lo sguardo mentre finivano di segare le inferriate esterne per potersi poi introdurre, dal tetto, attraverso una feritoia. I militari dell’Arma sapevano che già la notte precedente la banda si era recata sul posto per un primo sopralluogo. Ieri mattina era arrivata con tre auto, una Golf, una Panda e una Fiesta. In tre hanno aspettato in auto, mentre Antonio Boccadamo e Simone Giordano si sono introdotti nell’ufficio impugnando ciascuno una fedele riproduzione di pistola semiautomatica e una ricetrasmittente. Altri 30 secondi e i carabinieri hanno fatto scattare la trappola dopo aver “cinturato” la zona per ragioni di sicurezza. Un blitz da manuale. Alla vista dei militari dell’Arma i due all’interno e gli altri tre che attendevano in auto (appartati vicino a un giardino pubblico nei pressi dell’ufficio) sono rimasti ammutoliti. Nessuno ha opposto resistenza. Il loro piano era ormai sfumato.


Stando alla ricostruzione dei carabinieri, lo scopo dell’azione era di attendere nascosti nel bagno l’arrivo del direttore dell’ufficio, il cui arrivo era previsto come ogni mattina alle 7.15. Lo avrebbero poi costretto, pistola in pugno, a disattivare l’allarme e ad aprire la cassaforte, facendosi consegnare tutto il denaro contenuto. Ma il direttore era già stato avvertito dai carabinieri ed era al sicuro, a casa. Nelle auto della banda i carabinieri hanno trovato una coppia di targhe d risultate rubate venerdì sera in provincia di Treviso. Si sospetta il loro coinvolgimento nella rapina all’ufficio postale di Casarsa del 31 dicembre, ma l’attività d’indagine è ancora in pieno svolgimento perché i cinque sono sospettati di aver realizzato o tentato di realizzare altre rapine con la stessa tecnica, sempre ai danni di uffici postali, anche in altre quattro province del Nord Est: Udine, Trieste, Treviso e Venezia.


Pietro Tallandini


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