In fila per aiutare i “senza dimora”

Centinaia di giovani volontari in lista d’attesa, pronti a varcare il tempo di qualche ora la soglia del dormitorio dei senza dimora di via Pasubio. Tutti chiedono di poter entrare la sera per dare una mano agli ospiti qui accolti. Soltanto nel mese di febbraio hanno bussato alla porta della struttura di accoglienza di Santa Maria del Sile 110 giovani trevigiani. Una media di sei al giorno. Una miniera d’oro di volontariato “under 30” si scopre di casa tra i senza tetto: «Tra i giovani fa certo più rumore l’albero che cade rispetto alla foresta silenziosa che cresce», spiega Fabio Tesser, coordinatore degli operatori di strada della cooperativa Servire che gestisce l’accoglienza serale nel dormitorio. «Tutti i ragazzi volontari che arrivano qui per trascorrere la serata insieme agli ospiti senza dimora sono giovanissimi. Pochissimi hanno 30 anni. I più giovani sono appena quindicenni».
In arrivo dalle parrocchie della città e della periferia pure gruppi di cresimandi. Tredicenni che per una sera qui arrivano per ascoltare quello che i senza dimora hanno loro da raccontare. In fila da tempo si sono messi pure gli scout. Entrano a portare sostegno anche ragazzi dei centri sociali. Presenti giovani di diverso credo religioso. Tra questi un gruppo di cristiani evangelici.
Chi arriva comincia a rimboccarsi le maniche alle 18.30 e termina alle 10 inoltrate. Il da farsi certo non manca per far sentire a casa chi di giorno vive per strada. Si comincia col preparare la tavola per la cena. Poi c’è la lavatrice da riempire. Il tempo per il bucato da stendere. Infine si guarda insieme la tivù. Gesti quotidiani che possono fare la differenza a chi un tetto non ce l’ha.
«Si fa tutto quello che serve fare», dice l’operatore di strada. Così, mentre alcuni consiglieri della Lega dopo aver tirato in ballo nei giorni scorsi le somme sui costi del dormitorio di via Pasubio e aver parlato di “pozzo senza fondo” portando a galla i 108.360 euro spesi per ospitare senzatetto di altri Comuni, la fila dei giovani volontari viaggia spedita e si allunga di mese in mese.
Insieme ai dati sul volontariato che prende posto in dormitorio gli operatori di strada, in un incontro organizzato nella sala della parrocchia del Sacro Cuore, hanno puntato la lente pure sulla fotografia della condizione giovanile scattata dall’incontro con 2.310 giovani avvicinati dagli operatori nel corso del 2014 in città. A emergere tra centro e prima periferia è la presenza in crescita di giovanissimi che trascorrono pomeriggi interi da soli. Il 25% dei ragazzi incontrati ha addirittura meno di 14 anni. Le femmine superano i maschi: il 60% degli appena quattordicenni che trascorre tempo fuori casa sono ragazze: «Appena cinque, sei anni fa le ragazze incontrate erano appena il 10 per cento», spiega Fabio Tesser, «oggi invece sono proprio loro la maggioranza”. Dallo stesso incontro, che ha riunito genitori ed educatori in arrivo dalle 34 parrocchie del centro e della prima periferia a sostegno del progetto degli operatori di strada, ora si leva l’appello a unire le forze: «Agli adulti servono più strumenti per imparare a mettersi in relazione con i giovani».
Alessandra Vendrame
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso