In città è strage di negozi Chiude anche “Bèrmax”

Bernardi abbasserà le serrande del magazzino alla Ferrera la vigilia di Natale La Cgil: da 1 gennaio hanno perso il lavoro 122 dipendenti del settore commercio

CONEGLIANO. Secondo la Cgil nel coneglianese sono almeno 122 i dipendenti del settore commercio che hanno perso il loro posto di lavoro tra il primo gennaio e il 31 ottobre di quest’anno. A loro si aggiungono quelli che non si sono visti rinnovare il contratto alla scadenza, ma anche 16 dipendenti in mobilità che interessano 5 aziende del settore. Intanto il 24 dicembre si spegnerà un’altra storica insegna della città del Cima. Ad abbassare la saracinesca per sempre sarà un altro negozio di abbigliamento, il Bèrmax, di viale Venezia. Il cartello che annuncia la chiusura segna l’addio ad un altro simbolo per il commercio coneglianese. Dopo 35 anni di lavoro al servizio dei clienti il titolare Guido Bernardi spegnerà le luci la vigilia di Natale dopo che qualche anno fa aveva chiuso il punto vendita all’angolo tra viale Venezia e via Manin, aperto nel 1977. Un’altra attività commerciale che cessa in una città che ha già dato l’addio ad altri storici negozi. All’inizio di quest’anno era toccato all’Upim. Il 3 gennaio scorso, il negozio che per 40 anni, aveva illuminato le sue vetrine in pieno centro, davanti alla fontana dei Cavalli, ha chiuso i battenti lasciando a casa 15 dipendenti. Al suo posto è sorto ora un supermercato. Un mese dopo, il 5 febbraio, è stata la volta del Blockbuster di via Colombo, con 7 dipendenti. La crisi non ha risparmiato nemmeno i negozi con mezzo secolo di storia. Il dicembre scorso ha chiuso anche quello Rosetta Poloniato, da 56 anni commerciante in via Ortigara a Parè. Questi sono solo degli esempi, mentre l’allarme nel settore cresce. Il presidente dell’Ascom Luca Ros per misurare la situazione nei giorni scorsi aveva citato i dati dell’osservatorio provinciale sui consumi: «Nei prossimi due anni in provincia», aveva detto Ros, «è prevista la chiusura di un negozio su tre. Il livello di preoccupazione è elevato». Dalla periferia al centro città la situazione, assicurano i commercianti, non cambia. Renza Zanin

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