In asilo 80 bimbi senza la certificazione

In Pedemontana la roccaforte della “no” all’obbligo. La Fism: «Serve più tempo». Il sindaco di Borso scrive al prefetto
agostini AG.FOTOFILM santa cristina cartello contro vaccinazioni
agostini AG.FOTOFILM santa cristina cartello contro vaccinazioni
Sono almeno un’ottantina i piccoli alunni delle scuole materne trevigiane non in regola con l’obbligo delle certificazioni richieste dal decreto vaccini. Scaduto lunedì il termine ultimo per la presentazione della documentazione da parte delle famiglie nella scuola materna, emergono le prime “falle”. In provincia a
Semonzo, frazione di Borso del Grappa
, si registra il più alto numero di famiglie intenzionate a non presentare la documentazione d’obbligo. Succede alla scuola dell’infanzia Santa Maria Immacolata di Semonzo. Qui su una ottantina di piccoli alunni frequentanti sono stati, più del 50%, quasi una cinquantina, le famiglie che ieri mattina hanno fatto sapere alla scuola di non essere intenzionate a presentare alcun documento vaccinale.


E’ battaglia all’obbligo vaccini pure alla
scuola materna paritaria di Asolo
, dove ancora lunedì un gruppo nutrito di famiglie, almeno trenta, ha rimandato la richiesta di documentazione al mittente. Ancora a Borso del Grappa una delegazione in rappresentanza di una quarantina di genitori della
scuola dell’infanzia statale di Borso
, “Sant’Eulalia-Lorenzo Perosi” ha incontrato sabato scorso il sindaco Flavio Dall’Agnol, sollevando un’ondata di dubbi e perplessità in merito all’obbligo vaccinale.


A Treviso città resta confermato il caso di un alunno della
scuola materna paritaria di San Liberale
escluso dalla frequenza perché ad oggi non è stato presentato dalla famiglia alcun documento vaccinale.


«Il Trevigiano non è un territorio facile sul fronte degli obblighi vaccinali», commenta
Stefano Cecchin, presidente della Fism
, la Federazione delle scuole materne del Veneto. «Ci sono numerose famiglie “no vax”. Le scuole avevano il polso della situazione e hanno sempre lavorato per informare i genitori e chiedere le certificazioni necessarie. Certo la legge va rispettata. E le famiglie che non presentano la documentazione non possono vedere accolto il loro bambino. Ma le famiglie contestano pure alla legge tempi troppo compressi. E la mancanza di un’informazione capillare. Basti pensare che il decreto è di giugno e la legge dell’8 agosto. E nella nostra regione non c’è mai stato negli ultimi dieci anni l’obbligo dei vaccini. Sarebbe stato necessario avere più tempo. Alle scuole per tutte le pratiche e alle famiglie per assimilare tutte le novità».


A commentare i numeri non certo risicati degli alunni senza carte in regola negli asili della Marca è anche il presidente del Coordinamento regionale veneto per la libertà delle vaccinazioni,
Ferdinando Donolato, voce dei “free vax”
: «Questo è solo l’inizio. Nel tempo saranno molti di più. E se diminuiscono gli alunni, diminuiscono pure gli insegnanti in servizio. Tra un po’ si vedranno costretti a trasferire gli insegnanti. Se questo governo aveva l’intento di distruggere il servizio nazionale di scuola pubblica ci è riuscito. Noi ci organizzeremo per creare un servizio scolastico parallelo per i bambini che usciranno dalla scuola statale e paritaria».


Intanto nella Pedemontana il numero dei genitori indecisi è alto. E tocca ai sindaci cercare di arginare la confusione in materia: «Ho ricevuto una delegazione di genitori che mi hanno espresso non tanto la loro contrarietà quanto le fin troppe perplessità per mancanza di informazione», sostiene il
sindaco di Borso del Grappa, Flavio Dall’Agnol
. «I genitori sono preoccupati perché non hanno ricevuto le dovute informazioni. Ho ricevuto tutte le richieste da parte dei miei cittadini e ho inviato una lettera al prefetto, al presidente Zaia e al direttore dell’Uls 2 Benazzi perché sia data comunicazione di un percorso di informazione legittimo e doveroso. La moratoria ritirata da Zaia giovedì scorso non ha fatto altro che agitare ancora di più le acque. La legge va rispettata. Ma prima le famiglie vanno ascoltate nella loro richiesta di ricevere le informazioni necessarie. Bastano due mesi e mezzo? Trovo assurdo che durante i mesi estivi non siano stati fatti gli incontri necessari per informare le famiglie. Auspico buon senso e buona volontà da parte di tutti, famiglie, scuola e istituzioni per sedersi tutti insieme attorno a un tavolo per trovare soluzioni».


Tutti autocertificati invece i bambini che stanno frequentando gli asili nido pubblici di Treviso. Con
il sindaco Giovanni Manildo e l’assessore alla città educativa Cabino
che fanno il punto: «In questi giorni nonostante i cambi di idee sull’applicazione del decreto a Treviso le cose procedono al meglio. Ringrazio i presidi le coordinatrici dei nidi e tutte le famiglie che con grande senso di responsabilità stanno affrontando le novità previste dal decreto».


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