In arrivo nuovi esuberi alla Replay di Asolo: è agitazione

Dopo la bufera sul sindacalista lasciato a casa, l’azienda sta per estendere la cigs La dirigenza si difende parlando di gravi colpevolezze del rappresentante Cisl
Gent. Fabio, come da accordi, in allegato una foto di Claudio Buziol (Presidente Fashion Box Group) e una dell'azienda. Resto a tua disposizione per eventuali ulteriori necessità, ciao e grazie. Lorenza De Mattia
Gent. Fabio, come da accordi, in allegato una foto di Claudio Buziol (Presidente Fashion Box Group) e una dell'azienda. Resto a tua disposizione per eventuali ulteriori necessità, ciao e grazie. Lorenza De Mattia

ASOLO. Riesplode la tensione in Replay: operai in stato di agitazione pronti allo sciopero, rapporti tra sindacati e azienda ai minimi termini, l’incubo di nuovi esuberi all’orizzonte. E’ iniziato tutto alla fine della scorsa settimana, quando - da un giorno all’altro - Antonio Schiavone, delegato sindacale Femca Cisl, è finito in cassa integrazione. Da quel momento, la situazione è precipitata. I sindacati hanno chiesto il ritiro del provvedimento, parlando esplicitamente di «atto discriminatorio», sentendosi rispondere, al contrario, che anche altri lavoratori potrebbero finire in cassa, nonostante le procedure di esubero fossero state dichiarate chiuse a dicembre dell’anno scorso.

A casa il delegato I sindacati insorgono contro la Replay

Ieri, durante un’infuocata assemblea con circa 250 lavoratori, Femca Cisl Belluno Treviso e Filctem Cgil Treviso hanno deciso di proclamare lo stato di agitazione dopo aver ricevuto la lettera di risposta di Fashion Box, la società cui fa capo il marchio Replay: «L’azienda si riserva la facoltà di procedere ad ulteriori legittimi provvedimenti di collocazione in cassa», decisione giudicata inaccettabile da Gianni Boato, Femca Cisl, e Massimo Messina, Filctem Cgil, che (d’accordo con i lavoratori) annunciano lo sciopero immediato nel caso di effettivo avvio della cigs. Anche l’azienda, però, ha alcune carte da giocare in sua difesa. L’episodio relativo al sindacalista lasciato a casa, per esempio, è stato spiegato con la sua implicazione «in qualcosa di grave nell’ambito di un’indagine relativa alla tutela del patrimonio aziendale».

«Io sto con Antonio». Solidarietà al delegato della Replay di Asolo

Situazione che non ha favorito la distensione dei rapporti: «Sapevamo da tempo di questa indagine, ma se ritengono che il delegato non possa più lavorare nella loro azienda, ci sono altri strumenti da mettere in atto, per esempio la denuncia alle forze dell’ordine, non la cassa integrazione», spiega Gianni Boato, Femca Cisl, «al contrario, secondo noi il problema è invece che il lavoratore è “colpevole” di aver fatto emergere delle situazioni di gravi criticità e averne messo a conoscenza persone di spicco in azienda, componenti del cda che, con discrezione, hanno chiesto informazioni al lavoratore».

Un ambiente caldissimo e una situazione che rischia di degenerare nei prossimi giorni. «Ad andarsene dalla Replay nei mesi scorsi sono state le eccellenze, segno che una grande laboriosità operativa non trova una guida all’altezza nella responsabilità dirigenziale»: l’ultima stoccata di Cisl all’azienda in una “guerra” appena iniziata.

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