A casa il delegato I sindacati insorgono contro la Replay

Impiegato della Rsu in “cassa” senza alcuna mediazione Per le forze sociali «è un atto illegittimo e discriminatorio»

ASOLO. Bufera sulla Replay di Casella d’Asolo: venerdì sera, con effetto immediato, è stato messo in cassa integrazione straordinaria Antonio Schiavon, storico dipendente e, soprattutto, delegato sindacale della Femca Cisl. L’azienda, però, aveva annunciato nei mesi scorsi lo stop a qualsiasi nuova procedura di cassa, rassicurando i propri dipendenti dopo la ventina di lavoratori in esubero (e già lasciati a casa) dallo scorso nello scorso mese di maggio. I sindacalisti sono insorti: Femca Cisl ha immediatamente scritto all’azienda (la Fashion Box, cui fanno capo i marchi Replay) chiedendo di ritirare il provvedimento, considerato una ripicca nei confronti dell’azione sindacale del proprio delegato.

«Venerdì sera, alle 17.30, tutte le Rsu sono state convocate per annunciare il cambio del responsabile del personale che avverrà a marzo» racconta Gianni Boato, della segreteria Femca Cisl, «al termine dell’incontro tutti sono usciti, a parte una persona, un delegato che lavora in azienda dal 1994 ed è un impiegato modello, che fino a un minuto prima aveva lavorato sodo. E a lui è stata consegnata a mano la lettera di cassa integrazione, a partire da lunedì, senza spiegazioni. Eppure, a dicembre ci era stato detto esplicitamente che le procedure di ristrutturazione aziendale si erano già concluse. Lo riteniamo un grave fatto discriminatorio, e per questo ci batteremo in ogni sede». Secondo le forze sociali, inoltre, aver lasciato a casa l’impiegato (prologo a una futura messa in mobilità) sarebbe un “autogol” a livello professionale: l’uomo è difficilmente sostituibile nella sua posizione, e fino al momento della consegna della comunicazione ha lavorato normalmente, ricevendo incarichi dai suoi colleghi. «Era stato assunto nel 1994, ai tempi di Claudio Buziol», continua Boato, «negli anni di enorme crescita e consolidamento di Replay, con competenze storico-organizzative importanti, sempre mostrando un grande senso di appartenzenza».

Femca Cisl, ieri pomeriggio, ha inviato a Fashion Box una lettera per chiedere il ritiro del provvedimento, e al tempo stesso organizzare un incontro tra la proprietà e il lavoratore. I rapporti fra il sindacato e il colosso della moda di Casella d’Asolo, al 29% detenuto da una holding di Hong Kong, sono in questo modo tornati ai minimi storici. Un confronto che si è inasprito soprattutto un anno fa, quando (maggio 2016), Fashion Box aprì la procedura di cassa straordinaria, per un anno, nei confronti di una ventina di dipendenti.

L’annuncio di un nuovo capo del personale, al posto del manager (ex Geox) Stefano Rossi, è stato invece il prologo a un’altra grave frizione. Se l’auspicato incontro fra società e lavoratore non avesse luogo, non è esclusa nei prossimi giorni una mobilitazione massiccia da parte delle forze sociali. L’azienda, interpellata sull’accaduto, per il momento ha preferito non rilasciare dichiarazioni.

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