Imprenditore truffato costretto a chiudere
Un'immobiliare è accusata di non aver pagato 500 mila euro per lavori, indaga la Procura

La Guardia di Finanza di Vittorio Veneto
VITTORIO VENETO.
Sfumano 500 mila euro di lavori eseguiti: imprenditore cinquantenne del settore dell'impiantistica costretto a cedere la propria ditta. «Sonbo vittima di una truffa operata attraverso un sistema di società che frodano i creditori». Indaga la Guardia di Finanza.
E' esasperato Silvano Martin, 50 anni, ex titolare della Sima Impianti srl di Preganziol, e se la prende con una giustizia che, a suo dire, «a causa delle lungaggini, non riesce a bloccare chi truffa». I fatti: la Sima stipula un contratto con un'immobiliare vittoriese per la realizzazione dell'impianto elettrico su un complesso residenziale. Il pagamento sarebbe dovuto avvenire con permuta di un fabbricato o, in caso di ritardo, attraverso pagamento. L'importo dei lavori è di 496.328,71 euro. Malgrado i solleciti, l'immobiliare non formalizza la permuta. La Sima deposita quindi un decreto ingiuntivo che, tuttavia, non viene accolto dal tribunale. Da una visura on line, la Sima scopre che l'immobiliare vittoriese, prima del trasferimento a Panama, ha venduto gli appartamenti ad una seconda immobiliare avente come socio unico una società lituana. L'amministratore unico della nuova società, risulta la stessa persona dell'immobiliare vittoriese, che intanto ha lasciato il suo primo incarico. La Sima presenta un secondo decreto ingiuntivo. Nel frattempo si registra un ulteriore passaggio dei beni immobiliari ad una terza società di Roma, amministrata da una donna già coinvolta in un giro di truffe su cui ha indagato anche «Striscia la Notizia». Viene predisposto un atto di citazione in revocatoria nei confronti della società. Atto che sembra pressoché impossibile notificare a Panama e in Lituania. L'imprenditore deposita in Procura una querela per truffa nei confronti dell'immobiliare e chiede il sequestro dei beni delle società. «Non è più possibile lavorare così» dice l'imprenditore che ha dovuto cedere l'azienda. L'avvocato Sergio Calvetti, difensore dell'accusato, sostiene che in piedi ci sia solo una causa civile. (ru.b.)
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