Il tunnel con i soldi del pedaggio

Il sottopasso di Carità sarà pagato con fondi Anas e una quota del ticket di chi percorre l’autostrada
zago agenzia foto film villorba incrocio semaforico via roma carità
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VILLORBA. Quell'interesse da parte di uno studio romano nel realizzare in project financing il tunnel della Pontebbana, aveva sollevato qualche dubbio. Anche perchè da parte della giunta di Villorba non c'era stata molta chiarezza su chi fossero, sul perché si fossero interessati, o anche semplicemente su come fossero venuti a conoscenza delle intenzioni del sindaco. Ora è tutto più chiaro: uno dei consulenti principali dello studio di Maurizio Mazzanti è l'ingegnere Michele Niro La Torretta, "il signore dei sottopassi" per dirla con le parole del vicesindaco Giacinto Bonan.

Un curriculum in effetti che parla da sé, il professionista bolognese ha progettato gran parte dei sottopassi di Villorba: quello di Castrette, la tangenziale di Catena, la viabilità del Sant'Artemio, ma ha lavorato anche a Spresiano e a San Vendemiano. Lo studio Mazzanti, che è formato principalmente da commercialisti, si occupa degli aspetti tecnici e legali del project financing, oltre a cercare successivamente gli investitori. Ed ecco dunque emergere quale sarà, con ogni probabilità, il sistema con cui un'opera, si stima, da 8 milioni di euro verrebbe pagata: con il cosiddetto "pedaggio virtuale". Il project financing prevede una compartecipazione pubblico privata all'investimento, ma il privato che realizza l'opera non può certo sobbarcarsi la spesa senza avere successivamente un'entrata e un guadagno. Questi potrebbe concretizzarsi concedendo cubatura da costruire e poi rivendere, ma non è questo il caso di Villorba. Anche perchè di cubatura invenduta ce n'è già abbastanza. Il privato guadagnerebbe attraverso il cosidedtto pedaggio virtuale: in pratica nel contratto del project financing verrà stimato il numero di mezzi che ogni giorno percorrono il tunnel, e in base ad esso l'Anas, o chi per essa, corrisponderà all'impresa una cifra, ripartita in alcuni anni. L'automobilista non dovrà pagare per l'utilizzo del tunnel (come invece avviene per il project financing della Pedemontana), ma sarà caso mai dai pedaggi di altre strade che si ricaverà il denaro per pagare al privato l'opera. In ogni caso, trattandosi di un'opera finanziata parzialmente dal pubblico, dovrà essere fatta una gara d'appalto; in cui il proponente iniziale ha un diritto di prelazione. Intanto però c'è da attendere lo studio del Comune, che costerà 40 mila euro, per capire se il tunnel è realizzabile e a che costi. Conoscere la presenza e l'altezza della falde è fondamentale per capirne i costi: la differenza tra l'ipotesi migliore - l'assenza di acqua - e la peggiore - la presenza di acqua su tutta l'area - può arrivare fino a 4 milioni di euro. Ma certo prima di esporsi in un'assemblea pubblica lo studio di Maurizio Mazzanti e l'ing. La Torretta hanno fatto i loro conti valutando come fattibile l'operazione.

«Le falde non sono un problema secondo le prime analisi, perché il tunnel non sbarrerebbe il corso, ma sarebbe realizzato nel senso della corrente», ha spiegato l'ingegnere. Dopo lo studio, però dovrà essere l'Anas di esprimersi sulla fattibilità dell'intervento.

Federico Cipolla

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