«Il tesoretto di don Aldo resti a Paderno»

PONZANO. «Il tesoretto di Don Aldo resti a Paderno». Il coro è unanime. La decisione di affidare la parrocchia che fu di Don Aldo a un amministratore della Curia non è piaciuta a molti parrocchiani. E ora venuto alla luce il fatto che il sacerdote ha lasciato un bel tesoretto, si parla di un milione di euro cresciuto in 30 anni di offerte e donazioni e grazie ad un gestione oculatissima, la richiesta di trasparenza arriva da più parti. Ancor più che le previsioni sono di chiudere due canoniche su tre, tra cui proprio quella di Paderno. «In questa situazione è mancata un po' di trasparenza», commenta il sindaco di Ponzano Monia Bianchin, «e credo che i primi a volerla siano proprio i parroci di Ponzano e Merlengo. Sappiamo che le canoniche verranno chiuse per problemi economici, ma non cesseranno le attività. Ci auguriamo che restino, perché sono un punto di riferimento per la comunità». Insomma fuori dalla diplomazia, che nei rapporti tra Comuni e Curia non manca mai, anche in municipiopreferirebbero che quei soldi venissero utilizzati dove sono stati recuperati. Non fosse altro perché due frazioni su tre, Merlengo e Paderno, perderanno un altro centro della comunità. E nel caso di Merlengo uno dei pochi ormai rimasti. Di fronte alle risorse di cui la chiesa di Paderno è in possesso anche i costi per restaurare le tre canoniche non sembrano decisamente impossibili da affrontare. Per Ponzano verranno spesi 46.500 euro, e la canonica ospiterò così i due parroci, don Roberto Cavalli e don Matteo Volpato, e il collaboratore pastorale Marco Di Benedetto; per Merlengo ne servirebbero 68.800. Mentre il restauro della canonica di Paderno non è nemmeno stato preso in considerazione. I nuovi parroci dal canto loro fanno quel che possono, i conti di Paderno non li gestiscono loro, ma il direttore amministrativo della Curia don Mauro Motterlini. Ma certo la comunità ora si interroga sul perché di tutte e tre le parrocchie riunite in una collaborazione pastorale, solo quella di Paderno sia stata sottoposta a amministrazione parrocchiale. Una procedura che tocca alle parrocchie con conti in rosso, non con bilanci tanto floridi. Si era temuto anche per la sagra delle Rose, ma dopo aver messo gli occhi sulla sua gestione, è stato dato il via libera. (f.cip.)
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