Il sindaco di Treviso: «Vaccini, lo scaricabarile della Regione»

TREVISO. Il dibattito sull'obbligatorietà della vaccinazione pediatrica in Veneto si fa sempre più acceso e ora coinvolge il Comune. Il sindaco Giovanni Manildo ha tuonato contro la strada scelta dal governatore del Veneto Luca Zaia, criticando la mancata introduzione dell'obbligo vaccinale da parte della Regione, che invece si è limitata ad un'indicazione di massima. La delibera regionale prevede, per i bambini tra 1 e 5 anni, che i genitori forniscano all'atto dell'iscrizione all'asilo nido e alla materna la certificazione dei quattro vaccini “canonici” (poliomielite, difterite, tetano ed epatite B) ma solo nel caso in cui la scuola d'infanzia prescelta abbia una percentuale di alunni vaccinati inferiore al 90.
L’accusa a Zaia. Manildo critica la linea blanda scelta da Zaia: «Mi dispiace che la Regione se ne sia lavata le mani. Ho accolto l'invito lanciatomi dal consigliere Giovanni Gajo, e costruiremo insieme un percorso per far sì che il Comune possa intervenire. Il come sarà oggetto di studio nei prossimi giorni. La Regione ha abdicato alla sua potestà. Non decidere non è il modo migliore di governare», evidenzia Manildo. E non manca un riferimento agli allarmi di Zaia sul presunto rischio ebola importato con i profughi. «Tra l'altro è un momento in cui vengono paventati rischi di epidemie su cose assolutamente fantasiose», rimareca Manildo «in questo caso invece la Regione era di fronte a un'emergenza vera e concreta. Ancora una volta i sindaci, non soltanto io, dovranno essere supplenti delle competenze di qualcun altro».
Il Consiglio. Il dibattito sulle coperture vaccinali martedì è entrato anche a palazzo dei Trecento, durante il consiglio comunale. Giovanni Gajo della lista civica Prima Treviso, ha proposto l'adozione di un “modello Emilia-Romagna” per aumentare la copertura vaccinale. «Mi ha fatto piacere che il sindaco Manildo abbia accettato con favore di discutere sulla problematica. Noi vogliamo portare questo discorso a livello di giunta con la collaborazione di Usl, Ordine dei medici e pediatri di base», sottolinea Gajo.
«Bisogna vedere il tasso di immunizzazione per le varie malattie sentendo il parere di un epidemiologo per capire il da farsi all'interno di nidi e materne e a che tetto dobbiamo arrivare per garantire l'immunità di gregge (la protezione indiretta dei soggetti vaccinati a favore di chi non lo è). Ci troviamo di fronte a un problema di salute pubblica che non deve essere sottovalutato», conclude Gajo.
Anche il Pd in consiglio comunale contesta la linea morbida adottata dalla Regione (che non ha reintrodotto la profilassi obbligatoria ma solamente una certificazione di vaccinazione all'interno di asili e materne dove la soglia di adesione alla profilassi è inferiore al 90%).
L’ordine del giorno. Troppo poco secondo Nicolò Rocco, consigliere comunale del Pd. «A Treviso è pronto un ordine del giorno firmato insieme a tutti i consiglieri in cui chiediamo di fare in modo che l'amministrazione comunale sia parte attiva della prevenzione al fianco di Ordine dei Medici e Usl 9» sottolinea Rocco. «Il governatore Zaia sta dando la palla ai sindaci. E' un atteggiamento in controtendenza con la riforma sanitaria della Regione che centralizza tutte le politiche sanitarie nell'azienda zero e limita il ruolo dei sindaci e poi su un tema così delicato che dovrebbe essere uguale da Bolzano a Catanzaro... La direzione presa dalla Regione è una follia. Dovremo ripristinare l'obbligatorietà della vaccinazione in Veneto».
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