Il progetto a Treviso: un centro commerciale di 9 mila metri quadri alla Metalcrom

Il piano della Setten al confine con Treviso sull’area della storica azienda fallita due anni e mezzo fa: 9 mila metri quadrati

TREVISO. “Bisogna dare fecondità ad ogni singola zolla di terra”. Un tempo, nel Ventennio, come racconta la frase che ancor oggi campeggia sulla facciata del consorzio agrario lungo il Terraglio, la fecondità era l’agricoltura. Oggi superata l’epoca dei capannoni e delle villette, la prosperità sembra passare per i centri commerciali. Che sia nella forma di promozione del territorio, come il piano per l’Expo alla Pagnossin, o di galleria di negozi e market come già oggi avviene nell’area a Treviso Sud e tutte le altre zone “industriali” ai confini della città, il business è questo. Dove si può, e dove le autorizzazioni lo permettono, si edifica. L’ultimo progetto di quello che qualcuno considera un pericoloso assedio al commercio cittadino è quello che sta preparando la Setten lungo il Terraglio al confine tra Treviso, Casier e Preganziol: la riqualificazione a centro commerciale dell’area Metalcrom.

Il progetto è in fase di definizione, ma è approdato negli uffici tecnici del comune di Casier sollevando non poche preoccupazioni e attenzioni. Il piano si estende su un’area di 9000 metri quadrati, pari a tutta quella occupata dalla vecchia fabbrica della “Chromapaint Solution” che era il volto moderno dell’azienda fondata nel 1967 a Casier. Fallita due anni e mezzo fa la (ex) Metalcrom ha lasciato un vuoto storico nel tessuto artigianale e industriale della Marca, ma soprattutto un vuoto urbanistico che ha subito attirato l’interesse di chi ne intuiva il valore.

Il Comune di Casier, ben conscio della delicatezza della partita, nel Pat ha chiesto che quell’area (da bonificare) venisse tutelata e avviata ad una riqualificazione in linea con il territorio. Si pensava a residenziale, ma ben immaginando la difficoltà di rendere appetibili appartamenti vista Terraglio, si è aperta la porta ad una riqualificazione di altro segno.

Di qui il piano presentato da Setten che pare sia già stato oggetto di una serie di discussioni in Comune a Casier. Il progetto prevede un’area commerciale coperta vasta più o meno quanto il Lando di Preganziol, metratura che permetterebbe di mantenere la progettualità a livello comunale senza chiamare in causa i Comuni contermini per discutere il piano (come prevede la Legge regionale per strutture superiori a 4000 metri quadrati).

La divisione degli spazi non è ancora stata ipotizzata, per adesso si punta a trovare una quadra generale per poi disegnare un progetto definitivo da mandare in approvazione. Di certo però, come già raccontano le prime ipotesi architettoniche ed urbanistiche fatte dallo studio Conte, il progetto della Setten (chiamato “Retail Treviso”) oltre a pianificare l’inserimento di medie strutture di vendita e di una attività di ristorazione prevede la riqualificazione dell’incrocio tra Terraglio e via Pindemonte (la strada su cui affaccia l’accesso posteriore al cimitero di San Lazzaro), un nodo cruciale del traffico di zona.

Già il Comune di Treviso, anni fa, aveva pensato di poter rivedere con una rotonda coinvolgendo proprio l’amministrazione di Casier. Detto fatto, ben indirizzato o consigliato da chi sapeva dei suoi interessi sulla Metalcrom, ci ha pensato Setten disegnando un nuovo assetto della viabilità. Anche perchè un nuovo centro commerciale lungo un Terraglio, non potrebbe che aumentare il carico di traffico nella statale e così pure nel quartiere a nord di Casier e a ridosso della struttura. L’idea? Maxi rotonda disassata rispetto al Terraglio, e riorganizzazione delle corsie di marcia con allargamento della strada.

«Sì, il piano c’è» ammette il sindaco di Casier, Miriam Giuriati, «e stiamo lavorando per riuscire a trovare un accordo con la proprietà perchè sia quanto più sostenibile possibile sia nei confronti del territorio, sia nei confronti dell’abitato. La Metalcrom può e deve essere riqualificata» sottolinea, «se non vogliamo diventi un buco nero di degrado, ma vogliamo che il progetto si relazioni al meglio con il quartiere».

Certo l’idea di caricare ancora il Terraglio non piace, ma impedire interventi edilizi sull’area non si può. «Si può trovare un compromesso» spera la Giuriati.
 

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