Il presidente sarto che veste in Cina la classe dirigente

GIAVERA. Il presidente sarto veste l'élite cinese. La Cina come soluzione alla crisi economica che colpisce anche le imprese artigiane? La riscossa parte da Cusignana, da dove Stefano Zanatta, presidente della Confartigianato di Asolo e Montebelluna, è partito alla conquista dell'estremo oriente con le sue confezioni di alta qualità destinate alla classe dirigente. Rispondendo, in un certo senso,all'invasione dei prodotti cinesi a basso costo che hanno costretto molte aziende europee alla chiusura. «Sono stato in Cina dal 27 ottobre a mercoledì scorso. Assieme al mio partner locale Han, con il campionario dell'azienda ho girato il Paese dalla capitale Pechino alla costa e da Nord a Sud» informa l'imprenditore nel laboratorio della sua azienda “Zanatta Stefano & C S.n.c” " a Cusignana di Giavera del Montello con a fianco Han e il giovane interprete Gianluca Lu mentre le sue operaie sono la lavoro. Durante i suoi spostamenti, il presidente sarto ha preso le misure a molti notabili locali che gli hanno ordinato abiti su misura ed è rimpatriato con molti ordini. «In Cina ci sono molte possibilità per chi si rivolge all'élite che può spendere molto e ama lo stile italiano. Lì il Made in Italy è visto come garanzia di qualità tanto che Han per ragioni di marketing ha chiamato la sua azienda Piemonte» racconta Zanatta che aggiunge «Le possibilità non sono solo nel mondo della sartoria, ma anche per altre produzioni di alta qualità tanto che stiamo contattando varie piccole aziende del territorio, iscritte o meno a Confartigianato, per aprie nuove opportunità. Naturalmente», conclude, «Vi sono possibilità solo per chi fa i prodotti per i più abbienti. Non è possibile fare concorrenza ai cinesi sui prezzi con la merce di bassa qualità». L'avventura cinese di Zanatta è andata in porto anche grazie all’interprete Gianluca Lu, un orientale che parla perfettamente l'italiano e anche il dialetto veneto. «Per chi fa prodotti di qualità la Cina, comunista di nome e molto liberista in economia, è un opportunità mentre per chi produce low cost è un temibile concorrente a causa dei salari ridicoli rispetto ai nostri e alle normative ambientali e di sicurezza molto più lasche che in occidente. A questo va aggiunta anche una nuova politica economico sociale verso i paesi terzi produttori di materie prime. Le grandi aziende e appositi enti pubblici della Repubblica Popolare acquistano in loco questi beni a prezzi notevolmente superiori rispetto a quelli dei compratori occidentali e contribuiscono anche alla realizzazioni di infrastrutture senza ingerenze nella loro politica governativa».
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