Il “Piccolo Principe” è “El Principe tosatel” Zanetti ha tradotto il capolavoro in dialetto

Iniziativa dell’editore e grande collezionista del romanzo di Antoine de Saint-Exupéry: a casa ne ha 450 copie 
Poloni Montebelluna Danilo Zanetti ha tradotto in dialetto montebellunese il Piccolo Principe
Poloni Montebelluna Danilo Zanetti ha tradotto in dialetto montebellunese il Piccolo Principe

La storia

Ora c’è anche un’edizione nel dialetto di Caerano e Montebelluna del capolavoro di Saint-Exupery, che diventa “El Principe tosatel”. L’ha realizzata Danilo Zanetti, libraio con casa a Caerano e libreria a Montebelluna, aiutato dalla sorella Teresa. Aveva già edito in passato il vocabolario del dialetto di Montebelluna e Caerano. Adesso si è cimentato con “Il Piccolo Principe”, di cui è un appassionato collezionista. «Ne possiedo oltre 450 edizioni – dice – in tutte le lingue e in tanti dialetti, anche in geroglifici e in sanscrito».

C’è tutto un mondo di collezionismo dietro quest’opera che è la più letta al mondo. «Il mio amico romano Fragomeni possiede 2.200 edizioni di questo libro – dice Danilo Zanetti – uno svizzero ne ha più di 2.500 e ne ha fatto un museo». Per mettere assieme la sua collezione aveva adottato un singolare metodo: quando uno arrivava in libreria in piazza Oberkochen e acquistava una guida per un Paese estero che andava a visitare, lui gli dava un biglietto con l’invito di portargli poi copie di quel libro nella lingua e nei dialetti del Paese dove andava. E così gliene sono arrivate copie da tutto il mondo. E poi ha voluto tradurre lui stesso l’opera. «Mi ero già cimentato con la traduzione del libro dal francese all’italiano – racconta – e vi avevo aggiunto una decina di introduzioni o pensieri di persone come Fulvio Ervas, Giuliana Sgrena, Red Canzian, Aldo Serena, Massimo Zanetti, Cristina Caboni, Gian Domenico Mazzocato e altri. Ho tradotto in dialetto anche quei pensieri e li ho inseriti in questa nuova edizione dialettale, più nel dialetto di Caerano, che è il mio paese, che in quello di Montebelluna».

Non è stato un lavoro semplice, ha richiesto oltre un anno di lavoro. «È più difficile tradurre una opera in dialetto che in lingua – assicura – una ventina di parole non sono riuscito a tradurle in dialetto perché non esistono, come ad esempio la parola asteroide». E non vuole accontentarsi di avere una traduzione in dialetto caeranese e montebellunese, ne vorrebbe anche in dialetto cavasotto, «Ho chiesto al mio amico Daniele Cunial di fare una traduzione nel dialetto della Valcavasia – spiega – ha cominciato, ma lo vedo un po’ scoraggiato per la difficoltà del lavoro».

“El Principe tosatel” sta andando in giro per il mondo, soprattutto tra i collezionisti. «Ho mandato una trentina di copie in Spagna e mi hanno spedito in cambio una trentina in dialetto spagnolo. L’altro ieri ne ho mandato una copia a un collezionista israeliano. È un libro che sta andando bene». È una passione di vecchia data quella di Danilo Zanetti. «Io ogni tanto mi incontro col piccolo principe e chiacchieriamo – racconta Danilo – la prima volta lo ho incontrato in una calle a Venezia, un’altra volta sotto il nocciolo dietro casa, poi in altri posti. Lui cerca sempre la sua rosa che non trova e si sente spaesato».

E proprio l’immagine di quel pozzo ha voluto mettere nell’introduzione, quello stesso pozzo che c’era nella copertina di un’altra traduzione, quella fatta in passato in veneziano dal suo amico Sergio Zangirolami. La copertina richiama invece il dialetto in cui è stato tradotto il libro: il piccolo principe è infatti tra il campanile della chiesa di Caerano e quello della chiesa di Santa Maria in Colle a Montebelluna. —



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