Il mobilificio Vittoria chiude dopo 50 anni

ORMELLE. Cinquant’anni di storia cancellati dalla crisi. A fine marzo il mobilificio Vittoria di Ormelle avrebbe festeggiato il suo primo secolo di attività, ma purtroppo per quella data la...

ORMELLE. Cinquant’anni di storia cancellati dalla crisi. A fine marzo il mobilificio Vittoria di Ormelle avrebbe festeggiato il suo primo secolo di attività, ma purtroppo per quella data la produzione sarà già cessata: ieri, durante un’assemblea con i lavoratori, è stato comunicato il licenziamento dei 27 dipendenti. Domani saranno consegnate le lettere di licenziamento e gli ormai ex operai e impiegati della ditta beneficeranno per due anni della Naspi (l’equivalente della vecchia mobilità: per 24 mesi avranno almeno uno stipendio, poi il loro futuro sarà tutto da scrivere), mentre l’azienda inizierà la procedura di messa in liquidazione al Tribunale di Treviso.

Il capannone di via Tempio, storica sede dell’impresa, andrà all’asta (ci sono già alcune aziende limitrofe interessate), mentre la produzione sarà interrotta dopo aver consegnato, alla fine di questa settimana, gli ultimi ordini. I dipendenti sono sempre stati pagati: mancano soltanto una parte dello stipendio di gennaio, e i compensi di febbraio. «L’azienda non ha mai avuto grossi problemi di liquidità, e sia noi che la dirigenza abbiamo fatto il possibile per evitare questa ennesima chiusura», spiega Roberto Martini, sindacalista Cisl che ha seguito il caso, «il declino è iniziato, come per molti mobilifici della zona, quattro o cinque anni fa, e da allora tutte le misure a tutela dei lavoratori sono state adottate, dalla cassa integrazione straordinaria ai contratti di solidarietà. Spiace molto: questa fabbrica a fine marzo avrebbe compiuto cinquant’anni».

Il mobilificio Vittoria di Ormelle è (o sarebbe meglio dire era) specializzato nella zona notte, cioè nella produzione di camere e camerette. Una fascia di prodotto medio alta: quella, cioè, che ha risentito di più della crisi, perché i clienti abituali, impoveriti, si sono spostati sui prodotti da discount, a prezzi assai più contenuti. Non vi sono speranze, al momento, di un riavvio della produzione da parte di altri soggetti. Quelli interessati al capannone non intendono acquisire anche la produzione, ma soltanto lo stabilimento. Al momento non ci sono comunque offerte concrete, bisognerà aspettare l’avvio della procedura di liquidazione per avere, se non altro, un capannone vuoto in meno in zona industriale. «La procedura di licenziamento è già stata firmata e avviata», spiega Martini, «ora non resta che consegnare le lettere ai dipendenti. La società ha sofferto un forte calo dei volumi e degli ordini». Il mobilificio ha sponsorizzato, in passato, diverse gare sportive.

Andrea De Polo

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