«Il mio socio ha rubato 80 mila €»

La tabaccaia di Borgo Mazzini: «S’è intascato gli incassi dei Gratta & Vinci». Aggiornato il processo
Di Fabio Poloni
PASSERINI TREVISO TABACCHINO IN BORGO MAZZINI
PASSERINI TREVISO TABACCHINO IN BORGO MAZZINI

C’era la fila di clienti, in pieno boom di Gratta & Vinci, ma la tabaccheria a due passi da piazza Del Grano chiudeva i bilanci mensili in perdita, puntualmente. «Colpa del mio socio che rubava dalla cassa», denuncia la titolare, arrivata persino a ingaggiare un investigatore privato per dimostrare le ruberie. Il socio, Nicola Cecchinato, è finito a processo per appropriazione indebita ma respinge le accuse: mai rubato.

È guerra interna, e bella dura, alla tabaccheria «Il Giocatutto» di Borgo Mazzini: la titolare Roberta Piferi ha denunciato il socio-lavoratore Nicola Cecchinato accusandolo di aver sottratto somme consistenti (fino a 80 mila euro) dalla cassa. Ieri la donna è comparsa davanti al giudice, in tribunale, per fornire la propria versione dei fatti. Versione che lascia pochi dubbi: Cecchinato - secondo la donna - metteva spesso le mani nella marmellata. «Nel 2009, in pieno boom di gioco del Gratta & Vinci, avevamo la fila di clieni alla porta. Nonostante ciò, a fine mese il bilancio andava in rosso. Com’è possibile?, mi sono chiesta. Poi ho capito». La donna si è anche rivolta a un’agenzia di investigazioni private che ha posizionato delle microcamere: secondo quanto ha riferito al giudice, nei filmati si vede Cecchinato che “opera” sulla cassa anche quando non dovrebbe e quando la tabaccheria è chiusa, come a Ferragosto. «Bilanci in rosso, ripetutamente» ha raccontato la titolare al giudice «ma all’inizio non capivo perché. Quando ho chiesto allo stesso Cecchinato se ne sapesse qualcosa, lui mi ha risposto: forse abbiamo troppe spese».

Cecchinato era socio con la formula dell’associazione in partecipazione: in pratica aveva versato una quota di capitale (72 mila euro) e lavorava nella tabaccheria in cambio di un mensile di duemila euro. Arrotondava, secondo la donna, in maniera del tutto illecita, per esempio non versando ai monopoli dello Stato e alla Regione gli incassi dei Gratta & Vinci e le riscossioni dei bolli auto. Dopo due “ammonizioni”, visto che alla terza sarebbe scattato il ritiro della licenza, la titolare ha detto basta e ha deciso di presentare denuncia. «Oltre a rimetterci dei soldi, perché ho dovuto versare circa 80 mila euro per coprire i buchi di bilancio, chiedendone pure in prestito a mia madre» dice la titolare «qui si rischiava di andare sul penale». Per questo la guerra dei sospetti si è trasferita in tribunale. Cecchinato nega con fermezza di aver prelevato un solo euro per uso personale, «e anche se ci fossero stati ammanchi dalla cassa» dice il suo avvocato, Gregorio Cavalla «non è provato che sia stato lui: diverse persone ci mettevano le mani».

Il braccio di ferro, insomma, proseguirà nella prossima udienza già fissata per novembre. Roberta Piferi e il marito hanno comprato la tabaccheria di piazza Del Grano da Lorenzo Cernetti nel 2006. Cecchinato, dopo l’associazione in partecipazione, si era impegnato anche a rilevare il cinquanta per cento dell’attività per 250 mila euro.

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